La produzione di latte bovino è destinata ad aumentare del 10/15% nei prossimi anni. A prevederlo è Ismea nel report sugli scenari del comparto lattiero caseario commissionato dall’Alleanza Cooperative Agroalimentari e presentato nella giornata di ieri a Verona nel corso del Dairy Summit, gli stati generali della filiera lattiero-casearia.
La grande disponibilità di latte italiano
Finalmente una stima positiva per il settiero caseario. Negli ultimi c’è stata una costante riduzione dei consumi mondiali di latte fresco, fatta eccezione per paesi come India e Cina. Questa tendenza ha costretto le aziende lattiero caseari a diversificare, spostando parte della propria produzione verso le bevande vegetali, il latte a lunga conservazione e i formaggi.
Se il mercato interno, quindi, sembra essere un terreno favorevole specialmente per i formaggi, gli stati appartenenti al continente asiatico e in generale quelli esteri potranno essere un approdo costante per il latte nostrano. Secondo il report di Ismea, infatti, la grande disponibilità di materia prima, prevista per il prossimo lustro, porterà ad un forte aumento delle esportazioni, con una crescita del +25% nei prossimi cinque anni.
Produzione latte: le regioni che trainano il settore
Il periodo positivo della produzione di latte italiano è iniziato nel 2015 e pare dunque destinato a proseguire in futuro. La maggior parte dell’incremento produttivo si è realizzato nelle regioni del Nord Italia (Lombardia +19%, Emilia Romagna +15%, Veneto + 6,0%, Piemonte +15%), ma anche in alcune regioni del Mezzogiorno (Puglia +12%, Sicilia e Basilicata +11%, Calabria +17%). A fronte dell’aumento delle consegne di latte (+13% nell’ultimo quinquennio), il prezzo alla stalla del latte nazionale è mediamente aumentato del 3% tra il 2015 e il 2020. Troppo poco se consideriamo che dopo la crisi Covid gli allevatori hanno dovuto subire un aumento del costo delle materie prime stimabile almeno attorno al +50%.
«Affinché il significativo aumento della produzione di latte a livello nazionale sia sostenibile da un punto di vista economico – ha commentato Giovanni Guarneri, coordinatore settore lattiero-caseario di Alleanza Cooperative Agroalimentari – la filiera dovrà affidarsi ad una strategia che punti, da un lato, a sviluppare nuovi canali commerciali aumentando l’export dei prodotti caseari (anche in considerazione delle prospettive di crescita della domanda mondiale) e, dall’altro, riesca ad individuare e implementare nuovi segmenti di mercato con destinazioni alternative della materia prima latte».
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