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Intervista a Giovanni Zagni – Pagella Politica

15 Aprile 20163 min read

In una democrazia sempre più in crisi quanto può essere importante il ruolo del giornalista che fa fact-checking e soprattutto può fungere da deterrente nei confronti di un politico?

Dunque, ci sono alcuni studi che dimostrano già che in un ambiente, in un discorso politico, dove c’è del fact-checking il politico tende a tenerne conto e quindi si spera a dire meno cose false. È importante secondo me come strumento per chi si vuole informare, non per dare giudizi, non per essere con una tabellina con il voto per dire “tu politico sei un ladro” o “sei un mentitore” ma piuttosto per dare al pubblico più strumenti per conoscere meglio i temi di cui si sta parlando.

È importante secondo me come strumento per chi si vuole informare, non per dare giudizi

Che tipo di lavoro deve fare un giornalista che effettua fact-checking? Esistono degli strumenti che possono aiutarlo nello svolgere la ricerca e l’analisi dei dati?

Gran parte del lavoro si fa sulle banche dati, soprattutto su quelle di pubblico accesso, anche se in caso di richieste specifiche si possono interrogare, e lo facciamo, le singole autorità che si occupano di raccogliere ed avere questi dati. Gran parte del nostro lavoro è andare a scavare per ritrovare dati, cifre, numeri che sono già in giro, oppure cercarli quando non sono resi pubblici. Per quanto riguarda gli strumenti, attualmente non ce ne sono di particolarmente elaborati oltre quelli che ci sono per il normale giornalista ma c’è una grande ricerca per trovare strumenti per automatizzare il fact-checking.

Abbiamo visto, ad esempio, “El Objectivo” che propone un programma specifico dove effettua fact-checking, che spazio c’è per questo strumento in Italia al di là delle campagne elettorali, dove abbiamo visto che Sky, ad esempio, ha proposto degli esperimenti di fact-checking? Durante tutta la stagione politica c’è la possibilità di svolgere programmi televisivi su questo specifico strumento?

Io credo proprio di sì perché c’è una grande attenzione da parte del pubblico verso un discorso che si basa su “dati, cose, fatti”. Io credo che ci sia un grande interesse e lo vediamo continuamente nei talk show. I politici dicono continuamente “stiamo ai dati”, “i dati dicono che”, “i dati dicono questo”, loro naturalmente lo fanno a servizio del dibattito politico quindi alla fine, magari, finisce in rissa lo stesso anche se diciamo i dati. Penso che per una trasmissione che si pone come obiettivo di presentare questo tipo di prodotto lo spazio ci sia. Riguardo a se ci sia spazio anche al di fuori della campagna elettorale, sì c’è. Il dibattito pubblico gira continuamente intorno a cose che hanno alla base cifre, numeri o cose del genere.

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Giovanni Centrella

La fotografia è la mia più grande passione, mi sono formato in un corso di fotogiornalismo e documentario, che è stata un'intensa esperienza di vita, oltre che professionale. Lavoro quotidianamente per migliorare la mia tecnica e cogliere quello che spesso non si vede; ho allargato i miei orizzonti al video (sempre restando fedele alla mia reflex) e da qualche tempo piloto un drone per guardare il mondo da un altro punto di vista.

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