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Info-shopping e showrooming: le nuove pratiche dell’e-commerce

27 Ottobre 20152 min read

L’e-commerce è una pratica d’acquisto sempre più diffusa in Italia.
Una ricerca del Politecnico di Milano mostra come nel 2015 il giro d’affari del commercio online abbia toccato quota 16,6 miliardi di euro, con una crescita rispetto allo scorso anno del 16,6%.
L’Italia non è ancora ai livelli di colossi come Francia e Gran Bretagna, soprattutto a causa della scarsa forza economica delle Pmi che vedono nell’e-commerce come un canale costoso e dallo scarso rendimento.

I consumatori, al contrario, sono sempre più maturi e proiettati verso la nuova era dello shopping.
lavoro italiaSono due, in particolare, le pratiche oggetto di studio: i cosiddetti info-shopping e showrooming.
Nel primo caso i consumatori si recano nei negozi semplicemente per prendere informazioni sui prodotti, soprattutto sui prezzi degli stessi, per poi confrontarli con quelli presenti online.
Lo store fisico diventa così solo uno strumento di comparazione per quello che sarà, nella maggior parte dei casi, il canale di vendita scelto, ovvero l’online.
Lo showrooming è, invece, il procedimento opposto: i consumatori cercano nel negozio il prodotto precedentemente visionato in rete per poi scegliere dove effettuare l’acquisto.
Abbiamo, dunque, degli acquirenti più informati e disposti ad effettuare ricerche accurate prima di comprare.
In Italia sono 13 milioni i consumatori che hanno adottato la pratica dello showrooming e 8 milioni quelli che hanno preso informazioni nei negozi prima di acquistare online.

Per quanto riguarda, invece, gli strumenti d’acquisto, non esiste solamente pc; lo smartphone, ad esempio, rappresenta ormai il 10% del mercato con una crescita nell’ultimo anno pari al +67%.
Tra i mercati più dinamici troviamo quello del turismo (acquisto di biglietti aerei e prenotazione di alberghi), dei digital devices e del food & beverage. Quest’ultimo, in particolare, vale 377 miliardi di euro e ha fatto aumentare le esportazioni dei prodotti del Made in Italy agroalimentare del 22% nell’ultimo anno.
Le piccole e medie aziende agricole italiane devono puntare molto su questi canali, sfruttando, ad esempio, le opportunità offerte da Amazon ed eBay: l’internazionalizzazione deve passare, infatti, necessariamente dall’e-commerce.

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