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Il ministro Lorenzin annuncia il raddoppio del bonus bebè

16 Maggio 20162 min read

Nel 2015, secondo l’Istat, le nascite sono state 488 mila (-15 mila), nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia. 
Si tratta del quinto anno consecutivo che vede un calo della fecondità, un dato che deve fare riflettere ed impone ai governanti l’adozione di provvedimenti per incentivare le famiglie ad avere figli. 

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha annunciato a tal proposito per la prossima Legge di Stabilità il raddoppio del bonus bebè, ovvero quella forma di sostegno al reddito delle famiglie inserita nella finanziaria 2015.
bonus bebèLa misura è valida per i bambini nati dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017 e per i primi tre anni di vita del bambino. È previsto, allo stato attuale,un assegno da 80 euro mensili (960 euro l’anno) per quelle famiglie con un Isee inferiore a 25mila euro; l’assegno diventa di 160 euro mensili (1.920 euro l’anno) per i nuclei familiari con un Isee inferiore a 7.000 euro.
L’intenzione del Governo è aumentare le risorse per il bonus bebè, contrastando il crollo demografico.

Ci sono diverse opzioni sul tavolo, con costi diversi per le casse dello Stato.
Quella meno onerosa prevede il raddoppio dell’assegno che diventerebbe così di 160 euro per le famiglie con un reddito inferiore a 25.000 e di 320 euro per quelle che percepiscono meno di 7.000 euro.
Il bonus sarebbe più cospicuo nel caso della nascita di un altro figlio. Per i secondogeniti è previsto , infatti, un assegno rispettivamente di 240 e 400 euro.
L’idea della Lorenzin è di estendere anche la durata del bonus, portando il termine dal 31 dicembre 2017 alla fine del 2020.
Il ministero ha stanziato per il bonus bebè 3,6 miliardi di euro per sei anni, una cifra che potrebbe crescere di altri 2,2 miliardi qualora il raddoppio del bonus dovesse diventare operativo.
Tre le ipotesi al vaglio di Palazzo Chigi c’è anche quella di coinvolgere una platea di famiglie più ampia, allargando il novero dei beneficiari alle famiglie che possiedono un Isee inferiore a 30.000 euro.
In questo caso le risorse da stanziare sarebbe di gran lunga superiori rispetto ai 5 miliardi previsti secondo la prima ipotesi di intervento.
Si tratterebbe, però, di un intervento necessario, da una parte per lenire il crollo demografico e dall’altro per arginare la diffusione dell’indigenza.

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