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Il mini Euro spaventa i colossi economici americani

29 Gennaio 20153 min read

Il processo di svalutazione dell’Euro procede spedito. La decisione della Bce di acquistare titoli pubblici e privati, immettendo liquidità nel mercato, non farà altro che acuire questo fenomeno.
Alcune aziende trarranno beneficio da questa situazione. Su tutte le imprese che hanno sede nei paesi europei e che svolgono la quota maggiore delle proprie attività commerciali negli Stati Uniti.
Fiat è una di queste, ma ce ne sono molte altre. Più in generale, paesi come l’Italia, che fanno dell’export negli Usa un aspetto essenziale della propria economia, avranno dei risvolti positivi nel medio periodo.

27102014L’altra faccia della medaglia riguarda le imprese statunitensi. Il riferimento è ai colossi economici a stelle e strisce, conosciuti in tutto il mondo per il proprio marchio. Spesso sono dei veri e propri leader nei settori d’appartenenza.
Il Sole 24 Ore individua quattro aziende americane, che temono gli effetti di un dollaro così forte nel rapporto con la moneta unica europea.
Si tratta di realtà imprenditoriali che concentrano la maggior parte delle proprie vendite in Europa.
Una di queste è Philip Morris Internation, vero e proprio leader nel settore del tabacco e presente in oltre 200 paesi al mondo. Il 56% delle sue vendite è svolto nell’area Europa-Emea (Europa, Africa e Medio Oriente).
La svalutazione dell’Euro potrebbe causare una netta diminuzione del fatturato con annesso taglio dei costi per limitare le perdite.

Lo stesso processo potrebbe riguardare altri tre colossi americani. Su tutti McDonald, il quale realizza il 41% delle proprie attività commerciali in Europa. Nel solo mese di Novembre le vendite sono calate del 2,2% in Europa e del 4,6% negli Stati Uniti.
Gli altri due gruppi che potrebbero pagare il mini-Euro sono Estée Lauder e Brown-Forman.
La prima è un gigante del mondo cosmetico e realizza il 38% delle proprie vendite in Europa: nel primo trimestre fiscale i profitti presentano una variazione negativa del -24%.
Brown-Forman, invece, gestisce tra gli altri il brand Jack Daniel’s e presenta il 42% delle proprie attività commerciali con i paesi europei.
Una congiuntura economica, dunque, che potrebbe colpire anche le grandissime aziende e non solo le piccole realtà imprenditoriali. L’effetto più immediato potrebbe essere un dirottamento delle risorse dall’Europa agli Stati Uniti ed in questo caso sarebbe duro colpo da assorbire per tutti i consumatori europei.

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