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Il commercio estero: un’ancora di salvezza per l’Italia?

17 Febbraio 20153 min read

Il 2014 è stato un anno negativo per l’Italia. Il Pil ha fatto registrare ulteriori segni di contrazione e soprattutto i livelli di disoccupazione hanno raggiunto minimi storici.
In un periodo di congiuntura negativa, c’è spazio, però, per qualche raggio di sole dato dal commercio estero.
La progressiva svalutazione dell’Euro ha portato dei benefici all’economia italiana. Il basso costo della moneta unica ha reso i prodotti nostrani estremamente appetibili sui mercati esteri, specie in quello americano.
L’economia statunitense vive un periodo di rapida crescita: sono aumentati, ad esempio, i consumi e con essa è cresciuta la domanda di beni.
Gli Stati Uniti devono così rivolgersi anche ad altri mercati: i prodotti italiani sono molto richiesti oltreoceano e non è un caso che le attività commerciali tra Usa ed Italia si siano notevolmente intensificate nell’ultimo anno.

Cooperative decorrenza del termine per l'opposizione alla delibera di esclusione del socioLo riporta anche l’Istat attraverso i dati sul commercio estero del nostro paese nel mese di dicembre.
In generale l’export è cresciuto del 2,6% rispetto a novembre, con una variazione positiva maggiore delle attività verso i paesi extra Ue (3,2%).
Sono diminuite, invece, le importazioni (-1,6%). Diventa, infatti, sempre più sconveniente acquistare merci da paesi esteri, visto il rapporto poco favorevole con monete come il dollaro.
La decrescita dell’import è, infatti, da addebitare esclusivamente alle operazioni commerciali con l’area extra Ue (-3,7%).

I dati congiunturali rispecchiano una tendenza più ampia. Il confronto con Dicembre 2013, infatti, ci racconta un aumento delle esportazioni ancora più marcato (+6,3%) ed una corrispettiva variazione negativa delle importazioni (-1,3%).
In generale l’intero anno 2014 ha visto una crescita abbastanza importante dell’export, attestabile attorno al +2,0%, al netto di una diminuzione dell’import pari al -1,6%.

Ma quali sono stati i mercati più attratti dai prodotti italiani e quali sono, invece, le merci maggiormente vendute all’estero?
Il saldo migliore lo troviamo con il Belgio (+15,7%), ma crescono a dismisura anche le esportazioni verso gli Stati Uniti (+10,2%) e la Polonia (+9,9%).
Subiscono, invece, un drastico ridimensionamento le operazioni commerciali in entrata da quei paesi interessati dalla crisi energetica, come quelli appartenenti all’Opec (-29,4%) o la Russia (-20,0%).

Un settore particolarmente in crescita è quello delle automobili. Più volte abbiamo sottolineato la chiara fase di ripresa attraversata da Fiat-Chrysler, un aumento degli ordinativi che ha permesso ad Fca di assumere nuovi addetti nello stabilimento di Melfi e di implementare la produzione dei nuovi autoveicoli.
I dati Istat confermano questa tendenza: nel 2014 la crescita più imponente delle esportazioni è avvenuta nel settore degli autoveicoli (+10,0%), mentre per effetto della crisi energetica hanno avuto una flessione drastica le importazioni di materie prime. quali gas naturale (-35,8%) e petrolio greggio (-31,7%).

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