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Identità digitale: come funziona il Pin Unico

16 Marzo 20164 min read

É attivo da ieri lo Spid, il Sistema pubblico di identità digitale, che fornisce ai cittadini un Pin unico per accedere ai servizi della pubblica amministrazione. 

Per adesso siamo ancora in una fase di sperimentazione che dovrebbe concludersi nel 2017, quando tutte le Pa implementeranno il sistema e quando anche molti privati, tra i quali aziende, banche ed assicurazioni, si uniranno alla rivoluzione telematica.
Dal 15 marzo, per l’appunto, è possibile richiedere il Pin unico. Vediamo nel dettaglio come funziona il sistema, quali sono i livelli di sicurezza ed i servizi disponibili e quali sono gli enti accreditati al rilascio.

Sono tre i livelli di sicurezza dello Spid, solo due, però, saranno a disposizione fin da subito. Il primo prevede un semplice username con una password, il secondo aggiunge anche una password usa e getta, mentre il terzo, che verrà implementato nei prossimi mesi, rende necessario anche il possesso di una smart card con il chip. In generale questo ultimo livello interesserà solamente le aziende e quelle organizzazioni che dovranno effettuare operazioni più complesse come pin-unico-pail trasferimento di fondi.
Quali sono, invece, gli enti accreditati al rilascio del Pin Unico? L’Agenzia per l’Italia digitale, per adesso, ha accredito solamente Tim, Poste italiane e Infocert.
Per attivare lo Spid bisogna fornire nome, cognome, data e luogo di nascita, documento d’identità, telefono, indirizzo di posta elettronica e domicilio (codice fiscale o partita Iva, sede legale e ragione sociale nel caso il richiedente sia un’azienda).
Dopo la fase di verifica, le credenziali verranno inviate via posta, sms o email. Come abbiamo detto qui, i soggetti che possono richiedere il Pin sono ancora pochi e le procedure di rilascio non sono certo delle più efficienti, quindi bisognerà ancora attendere diversi mesi per vedere i primi risultati dell’innovazione.
C’è, però, ad esempio, la possibilità per chi già possiede di un Pin per i servizi di una Pa, come il Pin Inps, di richiedere agli enti certificati di riconoscerlo come Spid, il che dovrebbe aumentare la platea di persone che potranno disporre sin da subito dello Spid.

Per quanto riguarda, infine, i servizi disponibili sono ancora piuttosto limitati: sono circa 300 alla data odierna e dovrebbero arrivare a 600 entro giugno.
Allo stato attuale, le pubbliche amministrazioni che hanno attivato lo Spid sono solamente Inps, Inail, la Regione Toscana e la Regione Emilia Romagna.
A breve, però, anche l’Agenzia delle Entrate, il Comune di Firenze, Comune di Venezia, Comune di Lecce, Regione Liguria, Regione Friuli Venezia e Giulia, Regione Lazio e Regione Piemonte “abbracceranno” il Pin Unico.
Così, attraverso un unico nome utente e password, valido per tutte le Pa, sarà possibile pagare la Tasi, iscrivere in un asilo pubblico il proprio bambino, partecipare ai bandi, richiedere agevolazioni e cambiare la propria residenza.
Ci vorrà ancora del tempo affinché il processo di semplificazione e digitalizzazione venga portato a termine, ma nel medio periodo i vantaggi in termini di velocità ed efficienza dovrebbero essere notevoli.

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