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I dati sui commissariamenti dei Comuni italiani

5 Ottobre 20163 min read

Dal 2001 al 2014 sono stati sciolti 2.385 consigli comunali. Le ragioni sono diverse: a prevalere sono i motivi politici (dimissioni dei consiglieri o del sindaco), ma c’è una discreta quota di comuni commissariati per mafia. 

Openpolis ha realizzato per Repubblica un’interessante indagine sul commissariamento dei comuni italiani negli ultimi 13 anni, sottolineando le tendenze ed i cambiamenti del fenomeno, sia in merito alla sua distribuzione territoriale che alle cause scatenanti.
comuni-mafiaDallo studio emerge, ad esempio, che nel periodo preso in considerazione è aumentato del 27,5% il numero dei Comuni del Nord commissariati, a fronte, invece, di un calo del 24,3% al Sud.
In media ogni anno sono 2,5 milioni i cittadini italiani interessati dallo scioglimento del proprio Comune, con il picco massimo raggiunto nel 2001 (6,8 milioni di persone coinvolte).
In genere il commissariamento avviene nei comuni sotto i 3.000 abitanti (35% del totale), anche se non sono mancate le eccezioni rilevanti: è il caso del consiglio comunale di Reggio Calabria, sciolto per mafia nel 2012. Negli ultimi anni, inoltre, l’indagine rileva un aumento degli scioglimenti nei comuni con più di 10mila abitanti, passati dal 33,1% al 36,2% .

Se ci concentriamo, invece, sulle cause dello scioglimento, come accennato in precedenza, vediamo prevalere le ragioni politiche. Nel 71,90% dei casi, infatti, il commissariamento avviene per le dimissioni dei consiglieri o del sindaco o per mozioni di sfiducia. La percentuale di Comuni sciolti per mafia dal 2001 al 2014 si attesta, invece, al 13,46%. Le regioni con la più alta concentrazione di consigli comunali commissariati sono la Campania (18,28%), la Lombardia (13,46%), la Calabria (12,29%), la Puglia (9,39%), il Piemonte (8,39%) e il Lazio (8,01%).
Ma veniamo ai dati attuali. Al momento sono commissariati in tutta Italia 82 Comuni, di questi 13 per infiltrazioni della criminalità organizzata (16% del totale, in aumento rispetto alla media del periodo 2001-2014).
Per quanto riguarda quest’ultima fattispecie, l’indagine sottolinea come negli anni del Governo Monti, ovvero 2012 e 2013, ci sia stata una netta impennata dei commissariamenti, dovuta probabilmente alla presenza di tecnici a Palazzo Chigi che ha impedito di fatto qualsiasi tipo di mediazione politica con le realtà locali.
Le Regioni con il maggior numero di comuni sciolti per mafia sono la Campania e la Calabria (71% dei casi), con diversi consigli come quello di Casal di Principe o Taurianova commissariati più di una volta da quando è stata introdotta la normativa (1991).

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