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Guerini: le imprese sociali non hanno paura del mercato

5 Novembre 20154 min read

Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà-Confcooperative, ha messo in campo idee e proposte concrete per riformare il sistema normativo sulle gare d’appalti.
Lo scandalo Mafia Capitale ha evidenziato tutte le criticità di un apparato normativo che rischia di non tutelare a dovere le cooperative sane, quelle che rispettano i principi di concorrenza e di lavoro legale.

Il criterio del massimo ribasso, ad esempio, genera fenomeni distorsivi del mercato, avvantaggiando quelle imprese sociali che non pagano i contributi, adoperano il lavoro nero e corrompono gli amministratori locali.
Guerini è intervenuto lanciando un appello alle istituzioni per far sì che vengano recepite al meglio le direttive europee in materia di appalti e concessioni.
giuseppe gueriniIl presidente di Federsolidarietà-Confcooperative, dalla pagine del portale Vita.it, ha scritto una vera e propria lettera aperta ai rappresentanti istituzionali nella quale chiede regole chiare, semplici e condivise.
L’attuale sistema normativo presenta numerosi aspetti intricati che consentono a false cooperative ed imprenditori sociali che poco hanno a che fare con la tradizione del Terzo Settore, di evadere le regole e sfruttare i propri rapporti privilegiati con amministratori locali e funzionari pubblici per ottenere appalti.
Per questo motivo Guerini chiede l’eliminazione del criterio del massimo ribasso nell’affidamento dei servizi sociali e di quelli ad alta intensità di lavoro e rilancia: «Se davvero mettendo mano alle regole per gli appalti e le concessioni, si mettesse davanti a tutto l’interesse generale delle comunità e dei cittadini, si promuovesse una concorrenza effettiva su risultati ed esiti, dei servizi o dei lavori messi in gara, che prestasse attenzione al risultato prima che alla tutela elle posizioni di rendita, con regole chiare e trasparenti, requisiti di accesso rigorosi ma non esclusivamente formali, ma sopratutto investendo moti di più nella valutazione di esiti e prodotti più che di procedure e protocolli davvero si darebbe un’altra spinta per risollevare il Paese».

L’aspetto chiave del nuovo codice degli appalti dovrà essere, secondo Guerini, la predisposizione di strumenti in grado di valutare l’impatto sociale ed economico di un’impresa sociale all’interno della comunità di riferimento.
Meno investimenti nelle procedure e più risorse sui risultati. La nuova normativa deve essere in grado di distinguere una falsa cooperativa, che opera solo nell’interesse di pochi amministratori corrotti, dalle cooperative sociali oneste, che valorizzano il patrimonio artistico-culturale del territorio, offrono servizi di welfare ad anziani e persone svantaggiate e collaborano per il loro inserimento nel contesto lavorativo.
«Le imprese sociali mature – conclude Guerini – non hanno paura del mercato e non vogliono sottrarsi alla valutazione in procedure comparative e trasparenti; noi non crediamo che la soluzione si trovi evitando le gare o creando mercati residuali in nicchie marginali, crediamo invece che servano più procedure trasparenti di evidenza pubblica capaci di valutare il valore sociale dei servizi, capaci di misurare gli impatti effettivi sul benessere delle comunità o sull’effettiva realizzazione di percorsi di inserimento lavorativo e di inclusione sociale, possibilmente là dove a contendersi i mercati siano prevalentemente imprese cooperative, andando a misurare l’effettiva mutualità generata negli scambi con i soci e con le comunità locali in cui si realizzano servizi e interventi».

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