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Gardini (Confcooperative): La cooperazione non delocalizza ma risponde alle esigenze del territorio

5 Maggio 20152 min read

La partecipazione di Confcooperative a Cascina Triulza, il Padiglione del Terzo Settore, intende lanciare un messaggio ben preciso al mondo imprenditoriale italiano: è possibile veicolare un modello di sviluppo alternativo, orientato verso valori diversi da quelli del raggiungimento del profitto.
Il mondo del no-profit e della cooperazione è riuscito a fare impresa e a svolgere al contempo la propria funzione sociale, sostituendosi in alcuni casi allo Stato nell’erogazione dei servizi ai cittadini: «Noi ci sentiamo un pezzo importante della società civile» afferma Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, intervistato dal TG1 «un pezzo importante che si carica sulle spalle i problemi del Paese per dare delle risposte. L’Italia ha bisogno di questo, sopratutto nel momento in cui arretra la presenza dello Stato e abbiamo bisogno di non far mancare i servizi alla popolazione, soprattutto a quella meno abbiente». 

maniLe cooperative, dunque, non abbandonano la propria comunità di riferimento, al contrario stanno vicino ai cittadini e cercano di rispondere alle loro esigenze. Il modello di sviluppo cooperativo, che verrà sponsorizzato ad Expo attraverso una serie di iniziative, pur agendo all’interno del mercato non necessariamente segue le sue logiche.
Per questo motivo una cooperativa agricola, per fare un esempio, non ha bisogno di delocalizzare per abbattere i costi produttivi ed aumentare il propri ricavi; la cooperazione trae la propria origine ed il proprio senso dal luogo di appartenenza e da lì non si muove:
«Nutrire il territorio» dice Gardini «vuol dire creare sviluppo, dare opportunità, fornire risposte alle persone che lo abitano. Alimentare restando sul posto e non delocalizzando, rispondendo ai bisogni delle persone e non del profitto. È la cultura dell’inclusione, dell’inserimento, del coinvolgimento».
I valori veicolati dalle realtà cooperative risultano quanto mai essenziali, specie in un mondo in cui la fascia dei poveri e degli emarginati diventa sempre più ampia ed in cui lo Stato, per far fronte al problema del deficit pubblico, fatica a garantire eguali livelli delle prestazioni essenziali su tutto il territorio nazionale.

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