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Forum Lavoro 2015, Poletti: Valorizziamo la formazione e l’alternanza scuola-lavoro!

28 Gennaio 20153 min read

Si è svolta nella giornata odierna la decima edizione del Forum Lavoro, un evento organizzato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
Tanti gli argomenti sul tavolo relativi, tra i quali le principali novità normative contenute all’interno della Legge di Stabilità e del Jobs Act. Hanno partecipato all’evento numerosi esperti del settore e figure istituzionali.
Una di questi è il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti.

classe-banchiL’ex vertice di Legacoop ha approfondito alcune questioni problematiche della nuova riforma del lavoro.
Uno dei temi più dibattuti è senza dubbio la modifica dell’art. 18 e la sua possibile estensione ai pubblici dipendenti. Sull’argomento la linea del ministro Poletti è la medesima dell’esecutivo. Il Jobs Act agisce nell’ambito di una discussione sul lavoro privato ed in quanto tale è circoscritto a questo settore.
È esclusa, dunque, l’estensione delle norme del Jobs Act ai pubblici dipendenti e ai dirigenti dellla P.A in materia di licenziamenti individuali.
Si verrebbe a creare, però, un trattamento differenziato che andrebbe comunque armonizzato. Per questo motivo Poletti prevede un intervento organico all’interno della riforma della Pubblica Amministrazione, già al vaglio del ministro Madia.
Probabile che il provvedimento contenga anche norme regolative sui licenziamenti disciplinari negli enti pubblici, armonizzando in questo modo il quadro regolativo del lavoro pubblico e privato.

Un altro tema all’ordine del giorno è il cosiddetto contratto a tutele crescenti. Sul punto Poletti è chiaro: il legislatore si è posto come obiettivo la semplificazione ed il riordino delle forme contrattuali, riducendo l’enorme quantità di contratti presenti nel nostro ordinamento giuridico.
Chiara è anche la volontà di incentivare i rapporti di lavoro a tempo indeterminato attraverso delle agevolazioni fiscali ed un’implementazione della flessibilità all’interno del rapporto stesso.
Ma un argomento altrettanto importante riguarda il contratto di apprendistato.
Molti esperti del settore valutano le norme del Jobs Act come una bocciatura per l’apprendistato: i datori di lavoro, infatti, troverebbero adesso più conveniente assumere i giovani laureati attraverso il contratto a tutele crescenti.
Secondo Poletti, invece, l’apprendistato non deve essere valutato solamente come un “contratto che costa poco“, al contrario deve mantenere il suo ruolo di formazione dei soggetti appena entrati nel mondo del lavoro.
Le istituzioni hanno il compito di valorizzare l’alternanza scuola-lavoro attraverso uno scambio reciproco di know-how che renderebbe i giovani effettivamente occupabili.
Da questo punto di vista sarà fondamentale la riforma costituzionale e la riallocazione delle competenze tra Stato e Regione. Al momento la materia delle politiche attive e della formazione è di competenza regionale; questo crea un’enorme differenziazione territoriale, che si può tradurre in forme contrattuali diverse da regione a regione.
Risolto questo problema di governance, si potrà procedere ad un’effettiva valorizzazione della formazione in una logica dell’alternanza scuola-lavoro.

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