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Fondazioni d’impresa: investiti 49 milioni in progetti per giovani imprenditori

17 Dicembre 20152 min read

Qual è il contributo fornito dalle Fondazioni d’impresa per lo sviluppo dell’auto-imprenditorialità giovanile?
Il rapporto “Fondazioni d’impresa per i giovani: come far crescere il vivaio”, realizzato da IRS – Istituto per la Ricerca Sociale – per la Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Adecco per le Pari Opportunità, Fondazione De Agostini, Enel Cuore Onlus, Fondazione Allianz UMANA MENTE, UniCredit Foundation e Fondazione Vodafone Italia e con il coordinamento della Fondazione Bracco, riporta alcuni dati riferiti al periodo 2011-2014.

Secondo questo studio le fondazioni d’impresa hanno erogato finanziamenti per un ammontare complessivo di 49 milioni di euro. Sono stati promossi progetti di parità di genere mckinseyinnovazione sociale ed in generale forme di auto-impiego giovanile.
Come dimostrano i dati Istat, sono i giovani la categoria maggiormente penalizzata dalla crisi. Il tasso di disoccupazione giovanile è stabilmente sopra il 40% e l’Italia è il paese europeo con la più alta percentuale di Neet, ovvero di ragazzi che non studiano, non lavorano e non seguono alcun corso di formazione.
Gli under 35, i cosiddetti millennials, sono sfiduciati e questo li porta addirittura a non cercare un’occupazione.

L’obiettivo delle fondazioni è finanziare progetti innovativi per sviluppare un tessuto imprenditoriale a vocazione prettamente giovanile.
Il rapporto analizza l’attività di 49 soggetti, corrispondenti al 37% del totale delle Fondazioni d’impresa italiane. Dal 2012 al 2014 le erogazioni sono passate da 11 milioni di euro a 12,6 milioni, a testimonianza dalla volontà di investire nei giovani imprenditori.
I progetti analizzati sono 184 e riguardano, direttamente o indirettamente, circa 56 mila giovani.
Sono questi gli obiettivi raggiunti dai promotori delle iniziative di finanziamento:

  • Coinvolgimento di gruppi generalmente poco considerati dalle politiche pubbliche (giovani altamente qualificati ma anche giovani esposti a un forte rischio di esclusione sociale);
  • Attivazione di nuove modalità e settori di intervento (si va dalle start-up ad alto contenuto innovativo ai percorsi di alta formazione, passando per i settori alimentare-agricolo, artistico-culturale e della ristorazione);
  • Un forte radicamento territoriale congiunto all’attivazione e al consolidamento di nuove reti di attori, anche a livello nazionale e internazionale;
  • Nuove forme di finanziamento (come il crowdfunding), con un potenziale effetto leva sull’attivazione di ulteriori risorse;
  • Sostenibilità e consolidamento degli interventi, con buoni esiti occupazionali.

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