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Fondazione Cariplo lancia Neetwork, il progetto per giovani che non studiano e non lavorano

9 Ottobre 20152 min read

Si chiama Neetwork ed è il programma, lanciato dalla Fondazione Cariplo, per i giovani di età compresa tra i 18 ed i 24 anni che non studiano e non lavorano.
L’iniziativa prevede l’attivazione di oltre 600 tirocini retribuiti (400 euro al mese) della durata di 4-6 mesi per quei ragazzi che dispongono di un livello di istruzione non superiore alla licenza media.
Neetwork intende aumentare le competenze e far crescere la fiducia dei migliaia di giovani italiani senza lavoro e con un livello di istruzione basso.

In Italia i cosiddetti Neet, dall’inglese Not (Involved) in Education, Employment and Training) sono 2,4 milioni, di cui 930 mila con un titolo di studio non progetto neetworksuperiore alla licenza media.
La Fondazione Cariplo mira a ridurre questo numero impressionante di ragazzi sfiduciati, utilizzando i fondi del programma Garanzia Giovani, ai quali verranno aggiunte ulteriori risorse che consentiranno ai privati sociali di partecipare all’iniziativa.
Più di 350 organizzazioni no-profit, infatti, hanno aderito al programma, dando la propria disponibilità ad attivare i tirocini retribuiti.
«Ognuno deve sentirsi parte della risposta a questo grave problema sociale – ha dichiarato il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti– e con questo progetto intendiamo dare un’opportunità ai giovani più fragili, costruendo un’alleanza tra pubblico, privato e privato sociale. Un’iniziativa concreta che mira al recupero di centinaia di giovani sfiduciati».
Il Terzo Settore e nello specifico il mondo delle cooperative stanno portando avanti una serie di iniziative per inserire i giovani all’interno del circuito occupazionale. Più volte in questa sede abbiamo sottolineato la rilevanza ed i risultati raggiunti da iniziative come CoopUp e Coop4Job.
La speranza, però, è che, esauriti i fondi di Garanzia Giovani, si possa intervenire con dei contributi strutturali per le aziende, in modo da consentire loro di prolungare i rapporti lavorativi sottoscritti con i tirocinanti assunti.
Solo in questo modo il Governo potrà dare ridurre la disoccupazione giovanile e lanciare finalmente un effettivo turnover generazionale.

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