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Fed: tassi invariati. La situazione cinese preoccupa la banca centrale americana

18 Settembre 20152 min read

La notizia era nell’aria e ieri c’è stata la conferma ufficiale: la Federal Reserve ha deciso di non alzare i tassi d’interesse. Una scelta quella della Banca Centrale americana dettata dall’evoluzione della situazione internazionale, con la crisi finanziaria cinese e degli altri paesi asiatici che preoccupa e non poco i vertici della Fed.
In questo momento i tassi sono vicini allo zero e si attestano su questa cifra dal 2006, ovvero prima della crisi dei mutui subprime.

L’economia internazionale vive su equilibri molto delicati. Non è un caso che il ribasso dei titoli cinesi abbia avuto delle ripercussioni in tutto il mondo.
decreto salva bancheSono proprio le possibili conseguenze della situazione cinese a portare la Fed ad avere maggiore cautela e a rinviare l’aumento dei tassi d’interesse, che potrebbe però avvenire già ad ottobre.
«La preoccupazione per la Cina e i mercati emergenti ha portato volatilità sui mercati e, date le significative interconnessioni tra gli Usa e il resto del mondo, la situazione va osservata con attenzione» ha commentato Janet Yallen, la presidente della Fed «La Federal Reserve — aggiunge — non deve rispondere agli alti e bassi dei mercati: ma quando ci sono importanti sviluppi finanziari, dobbiamo chiederci cosa è stato a provocarli».

L’economia statunitense è in netta fase di ripresa. La Fed ha rivisto al rialzo le stime del Pil, passando da +1,9% a +2,1%; anche per il 2016 ed il 2017 è previsto un aumento del Prodotto interno lordo americano rispettivamente del +2,3% e del +2,2%.
Non basta, però, la crescita americana a giustificare una stretta sui tassi d’interesse. A preoccupare la Federal Reserve c’è anche il basso livello d’inflazione che dovrebbe attestarsi quest’anno sullo 0,4%, ben lontano dunque dal 2% auspicato.
Solo una maggiore stabilità dell’economia internazionale potrà, dunque, cambiare lo scenario portando la Fed a prendere una decisione che influirà anche sull’intera finanza mondiale.

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