Il 2015 dell’export agroalimentare è stato un anno da record.
A dichiararlo è il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina nel corso di un’intervista rilasciata al portale dell’Agenzia Giornalistica Italia (AGI).
«Il 2015 e’ stato un anno record, toccheremo 36 miliardi di euro di export di agroalimentare, il record assoluto». I risultati dell’anno appena trascorso sono in linea con l’obiettivo posto dal Governo che mira ad arrivare nel 2020 a quota 50 miliardi di euro.
Un traguardo ambizioso, ma in linea con le potenzialità italiane in materia di agroalimentare e che permetterebbe al nostro Paese di competere con Francia e Germania.
Uno dei volani principali dell’exploit italiano è stato sicuramente Expo. L’evento internazionale è stata una vetrina fondamentale per i nostri prodotti, arrivando tra l’altro in un momento storico particolarmente florido per il Made in Italy , con un appeal in netta crescita soprattutto in paesi come gli Stati Uniti.
Non è un caso che proprio negli Usa l’export sia aumentato del 40% nel 2015 grazie anche a numerosi accordi commerciali con aziende di distribuzione americane.
Le sfide per gli anni a venire sono, però, molteplici. Una delle principali è la lotta alla contraffazione di prodotti alimentari italiani e all’Italian Souding.
Una battaglia che il Ministero intende combattere anche e soprattutto online, attraverso l’individuazione di quei soggetti che effettuano truffe alimentari sfruttando i canali telematici.
«Siamo l’unico ministero al mondo – dichiara Martina – ad avere dei protocolli di lavoro con provider internazionali come Alibaba ed Ebay per il contrasto al falso cibo commercializzato su queste reti. Ci sono dunque degli ispettori del ministero dell’Agricoltura che possono interagire con questi provider, rilevare il falso cibo italiano commercializzato ed escludere dalle piattaforme commerciali questi prodotti. E’ successo recentemente con un produttore indiano che cercava di commercializzare 5000 tonnellate di falso parmigiano reggiano e’ stato individuato, segnalato al provider ed e’ stato tolto dalla piattaforma commerciale. Anche su questo esercitiamo una leadership».
Il modello agroalimentare italiano punta sulla qualità di filiera, la sostenibilità ambientale ed il biologico (con 50.000 imprese bio siamo i primi in Europa). Sono caratteristiche, però, non pienamente conosciute dai consumatori.
Secondo il Ministro bisognerà incentivare l’informazione sulle caratteristiche dei prodotti e sui processi di produzione, magari inserendo in etichetta l’indicazione della provenienza geografica. Si tratta di una battaglia legale e commerciale che l’Italia intende portare con forza all’interno delle istituzioni europee, dalla cui vittoria dipende il successo dell’agroalimentare italiano e la sua diffusione su larga scala.
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