Non ci stancheremo mai di ripeterlo: Expo deve essere un punto di partenza imprescindibile per l’agroalimentare italiano. La visibilità internazionale, fornita dall’esposizione universale che inizierà tra qualche settimana a Milano, può essere un ottimo veicolo pubblicitario per il nostro “made in Italy”.
Ma una domanda sorge spontanea: quanti prodotti in giro per il mondo vengono “spacciati” come italiani quando in realtà di italiano hanno ben poco?
L’allarme viene lanciato dal presidente di Federalimentare, Luigi Scornamaglia, che dalle colonne de Il Giorno avverte: “Solo un prodotto su otto è realmente italiano!”.
Il suddetto fenomeno viene definito dagli addetti ai lavori come “Italian Sounding”, intendendo con esso il richiamo all’Italia in beni che non sono stati né prodotti né lavorati nel nostro paese.
Sono tantissimi i prodotti di questo tipo che arrivano in mercati da noi inesplorati, soprattutto nelle nuove frontiere asiatiche.
Secondo Scornamaglia la responsabilità va attribuita innanzitutto a “barriere tariffarie pretestuose” all’interno di questi paesi, ma anche alle dimensioni delle nostre imprese, troppo piccole per poter accedere a tali mercati.
Torna d’attualità, allora, un tema che è stato affrontato più volte anche dai vertici dell’Alleanza delle Cooperative, ovvero quello dell’aggregazione tra imprese di dimensione ridotta, in modo da renderle maggiormente competitive sui mercati internazionali.
L’obiettivo ambizioso dell’Italia, in vista del 2020, è arrivare dagli attuali 34 a 50 miliardi di esportazioni, superando la quota raggiunga da Germania, Francia e Spagna, che allo stato attuale sono davanti a noi.
Di questo e di tanto altro si parlerà all’interno del padiglione dedicato all’alimentare italiano in Expo. Si chiamerà “Cibus è Italia” ed ospiterà 500 imprese e consorzi italiani.
Durante i sei mesi di durata dell’esposizione universale, Federalimentare, promotrice del padiglione, proverà a diffondere il marchio “made in Italy” e di conseguenza ad incentivare l’export italiano. Per raggiungere questo obiettivo ci saranno anche molti incontri con dei partner internazionali, soprattutto legati al mondo asiatico e statunitense.
L’Italia, infatti, deve sfruttare la svalutazione dell’Euro per ampliare il proprio livello delle esportazioni nei paesi dell’area extra-Ue. Expo servirà proprio a questo: far conoscere i “veri” prodotti italiani e creare nuovi mercati per la loro commercializzazione.
Sostieni la voce libera della cooperazione
Cari lettori e sostenitori della cooperazione,
Cooperative Italia è nato con una missione chiara: offrire una piattaforma informativa dedicata ai temi della cooperazione, economia, lavoro, agricoltura, terzo settore, innovazione sociale e innovazione d'impresa. Da sempre, ci impegniamo a fornire contenuti accurati, approfonditi e imparziali, perché crediamo in un media libero e indipendente.
Se condividete la nostra visione e la nostra passione, vi invitiamo a sostenerci. Ogni contributo, anche il più piccolo, fa la differenza.
Pingback: Arriva l'applicazione che rileva il falso Made in Italy | Cooperative Italia - La prima community di cooperatori online