Le rilevazioni dell’Istituto Demos sul grado di fiducia degli italiani verso le istituzioni rappresentano un ottimo barometro per analizzare lo stato di salute della nostra democrazia.
Il quadro che emerge è sempre più preoccupante. Dal 2010 ad oggi, i cittadini italiani mostrano un livello di fiducia decrescente verso qualsiasi tipo di istituzione politica.
Non solo, dunque, i partiti, ma anche realtà istituzionali come il Presidente della Repubblica e la Magistratura, spesso considerati come poteri equilibrati ed imparziali.
I dati recenti mostrano un’inversione di tendenza notevole. Un esempio emblematico è fornito dal grado di fiducia verso il Presidente della Repubblica: mentre nel 2010 il 71% degli intervistati mostrava fiducia verso la figura di Giorgio Napolitano, adesso questa cifra si è ridotta ad un misero 44%, con una decrescita del 27%. Numeri impressionanti che raccontano la sofferenza con la quale gli italiani hanno vissuto la rielezione di Napolitano e la discussione odierna su un suo prossimo successore.
Non convince a pieno anche l’operato del Capo dello Stato, accusato da più parti di aver sponsorizzato gli ultimi tre Presidenti del Consiglio, venendo meno così al suo ruolo di arbitro e garante della Costituzione.
Sorprendono anche i dati sulla magistratura. Solo il 33% degli italiani dichiara di avere molta o moltissima fiducia verso i magistrati. Un vero e proprio crollo di consensi, se pensiamo che solo nel 2010 il 50% dei cittadini del nostro paese esprimeva sentimenti di fiducia verso l’operato della magistratura.
Evidentemente gli italiani non hanno gradito l’eccessiva “politicizzazione” del potere giudiziario, che ha portato spesso alcune toghe a ricoprire incarichi istituzionali a livello locale e nazionale.
Fanno riflettere, inoltre, le rilevazioni sulla valutazione del regime democratico nel suo complesso. Probabilmente è quest’ultimo il dato più preoccupante. Solo il 66% pensa che la democrazia sia preferibile a qualsiasi altra forma di governo. Una percentuale che presa singolarmente non esprime a pieno il sentore anti-democratico esistente.
Una valutazione comparata ci permette, al contrario, di avere l’esatta percezione della situazione. Dal 2004 in poi, infatti, è lentamente diminuito il numero di persone che ritiene la democrazia la migliore forma di governo possibile. Siamo passati dal 74% del 2004 al 66%.
Sono numeri inequivocabili che si aggiungono al minimo storico di fiducia raccolto dalle istituzioni politiche e di governo (21%) e alla percentuale di cittadini che pensa che la democrazia possa funzionare senza partiti politici (50%).
La democrazia italiana possiede, dunque, un vero e proprio deficit di legittimità. Gli atteggiamenti anti-politici ed anti-democratici dei cittadini nostrani non vanno sottovalutati. Ci vuole una rivoluzione politica e culturale per riacquistare la fiducia verso le istituzioni e cancellare qualsiasi tipo di sentimento eversivo.
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