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Demos, rapporto 2014: sprofonda la fiducia nella magistratura, dubbi sul regime democratico!

29 Dicembre 20143 min read

Le rilevazioni dell’Istituto Demos sul grado di fiducia degli italiani verso le istituzioni rappresentano un ottimo barometro per analizzare lo stato di salute della nostra democrazia.
Il quadro che emerge è sempre più preoccupante. Dal 2010 ad oggi, i cittadini italiani mostrano un livello di fiducia decrescente verso qualsiasi tipo di istituzione politica.
Non solo, dunque, i partiti, ma anche realtà istituzionali come il Presidente della Repubblica e la Magistratura, spesso considerati come poteri equilibrati ed imparziali.
I dati recenti mostrano un’inversione di tendenza notevole. Un esempio emblematico è fornito dal grado di fiducia verso il Presidente della Repubblica: mentre nel 2010 il 71% degli intervistati mostrava fiducia verso la figura di Giorgio Napolitano, adesso questa cifra si è ridotta ad un misero 44%, con una decrescita del 27%. Numeri impressionanti che raccontano la sofferenza con la quale gli italiani hanno vissuto la rielezione di Napolitano e la discussione odierna su un suo prossimo successore.
Non convince a pieno anche l’operato del Capo dello Stato, accusato da più parti di aver sponsorizzato gli ultimi tre Presidenti del Consiglio, venendo meno così al suo ruolo di arbitro e garante della Costituzione.

ermellini3Sorprendono anche i dati sulla magistratura. Solo il 33% degli italiani dichiara di avere molta o moltissima fiducia verso i magistrati. Un vero e proprio crollo di consensi, se pensiamo che solo nel 2010 il 50% dei cittadini del nostro paese esprimeva sentimenti di fiducia verso l’operato della magistratura.
Evidentemente gli italiani non hanno gradito l’eccessiva “politicizzazione” del potere giudiziario, che ha portato spesso alcune toghe a ricoprire incarichi istituzionali a livello locale e nazionale.

Fanno riflettere, inoltre, le rilevazioni sulla valutazione del regime democratico nel suo complesso. Probabilmente è quest’ultimo il dato più preoccupante. Solo il 66% pensa che la democrazia sia preferibile a qualsiasi altra forma di governo. Una percentuale che presa singolarmente non esprime a pieno il sentore anti-democratico esistente.
Una valutazione comparata ci permette, al contrario, di avere l’esatta percezione della situazione. Dal 2004 in poi, infatti, è lentamente diminuito il numero di persone che ritiene la democrazia la migliore forma di governo possibile. Siamo passati dal 74% del 2004 al 66%.
Sono numeri inequivocabili che si aggiungono al minimo storico di fiducia raccolto dalle istituzioni politiche e di governo (21%) e alla percentuale di cittadini che pensa che la democrazia possa funzionare senza partiti politici (50%).
La democrazia italiana possiede, dunque, un vero e proprio deficit di legittimità. Gli atteggiamenti anti-politici ed anti-democratici dei cittadini nostrani non vanno sottovalutati. Ci vuole una rivoluzione politica e culturale per riacquistare la fiducia verso le istituzioni e cancellare qualsiasi tipo di sentimento eversivo.

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