Cosa vuol dire oggi essere cooperatori e quali sono i motivi che spingono un giovane a decidere di aprire un’impresa sociale?
Aldilà della esperienze individuali, che ovviamente variano a seconda delle storie di vita e dei contesti di riferimento, ci sono alcuni assunti che possono essere condivisi.
È particolarmente interessante, a tal proposito, la rubrica mensile inaugurata di recente dal portale inglese The Guardian che racconta le storie dei cooperatori e degli imprenditori sociali.
Si tratta di un punto di vista privilegiato, un viaggio tra le speranze ed i timori dei giovani; una serie di racconti che aiutano a capire quali sono le difficoltà incontrate nel momento in cui ci si affaccia nel mondo del lavoro.
Le esperienze negative sono comuni a tutti i paesi: esiste un divario tra l’offerta di lavoro, spesso altamente qualificata, e la domanda, incapace di assorbire le competenze generate dal mondo accademico e da quello scolastico.
Il divario tra le aspettative e la realtà per un giovane appena laureato è enorme, le sensazioni provate sono spesso di alienazione ed impotenza a causa dalla totale incapacità di controllare il mercato e con esso le proprie attese di vita.
La cooperazione rappresenta allora un modo per riappropriarsi del proprio lavoro e creare qualcosa di nuovo e condiviso. In una società dove il potere decisionale dei cittadini appare sacrificato a favore di ristrette élite politiche e finanziarie, la cooperazione offre un modello di governance collaborativo: tutti i soci, infatti, possono partecipare alle scelte dell’azienda ed esercitare un potere di influenza.
In una società dove aumentano le diseguaglianza, la cooperativa ripartisce gli utili in egual misura tra i soci generando ricchezza nelle comunità locali.
Un modello di impresa dal carattere spiccatamente sociale appare oggi una forma estremamente vicina alle esigenze dei cittadini che percepiscono con sempre maggiore distacco le logiche dell’impresa tradizionale capitalista.
La cooperazione è, però, e rimarrà sempre solo uno strumento. Sta ai cooperatori saperlo utilizzare.
Le degenerazioni sono molteplici ed estremamente pericolose. La scarsa partecipazione della base sociale, l’evasione fiscale, il lavoro nero sono il lato oscuro di un potenziale veicolo di democrazia e solidarietà.
I modelli perfetti, del resto, non esistono, le esperienze virtuose, invece, sono numerose. È da lì che bisogna ripartire per comprendere cosa significa oggi essere cooperatori e cosa significherà la parola cooperazione domani.
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