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Cosa ci dice il rapporto Eurispes 2017?

27 Gennaio 20174 min read

La metà degli italiani non riesce ad arrivare a fine mese e per rimediare deve ricorrere ai propri risparmi; altri per sopperire agli effetti della crisi si rifugiano nell’aiuto dei genitori o tagliano le spese mediche. Non ci sorprende, dunque, se un italiano su quattro dichiara di sentirsi “abbastanza” o “molto” povero.

Quelli appena riportati sono i principali risultati del Rapporto Italia 2017, elaborato come ogni anno da Eurispes. L’indagine è stata effettuata su un campione di 1.084 persone di genere, età e provenienza territoriale diversa.
Il Rapporto Eurispes ci dice in sostanza che gli italiani non riescono ad elaborare vedere un progetto di vita chiaro e coerente nonostante la situazione dei consumi sia migliorata e la disoccupazione stia lentamente diminuendo.
Gli italiani vivono ormai sempre più nel presente, lo dimostra il fatto che solo una persona su quattro riesce a mettere qualcosa da parte. La propensione al risparmio diminuisce progressivamente perché bisogna affrontare le spese quotidiane, divenute ormai stringenti e oppressive.

sanità italiaUno dei costi principali è la casa. Secondo il rapporto Eurispes, infatti, “le rate del mutuo per la casa sono un problema nel 28,5% dei casi, mentre per il 42,1% di chi è in affitto lo è pagare il canone“.
Ci sono poi da affrontare gli imprevisti, quegli eventi che riducono inevitabilmente la propria capacità di spesa e ti costringono a prendere delle contromisure drastiche. Tra le cause dell’impoverimento la principale è la perdita del lavoro (76,7%), seguita da una separazione o un divorzio (50,6%) e da una malattia propria o di un familiare (39,4%). Non vanno sottovalutate, inoltre, la dipendenza dal gioco d’azzardo (38,7%) e la perdita di un componente della famiglia (38%).
Per rimediare, dunque, alla difficoltà ad arrivare a fine mese gli italiani ricorrono innanzitutto ai propri risparmi. Il 44,9%, infatti, è costretto ad utilizzare ciò che ha messo da parte negli anni precedenti per affrontare le spese mensili. Alcuni scelgono soluzioni più “radicali”.
Il 32,6% del campione analizzato – dice Eurispes – ha dovuto ricorrere al sostegno economico della famiglia d’origine“, mentre il 13,8% degli intervistati è tornato a vivere a casa dei genitori.

Il periodo di recessione ha portato quindi gli italiani a rinunciare a prestazioni, prodotti e servizi che erano diventati quasi quotidiani e scontati prima della crisi. Accade, ad esempio, che molti (23%) decidano di rinunciare alla babysitter e di affidare di conseguenza i propri figli a nonni e parenti.
Ma uno degli aspetti più preoccupanti della ricerca riguarda i tagli alle prestazioni sanitarie. Il 38% del campione analizzato ha deciso, infatti, di ridurre le spese mediche contro il 34% del rapporto 2016. In generale la sanità non trova grande apprezzamento tra gli italiani.
Il 54% (al Sud il 70%) non è soddisfatto del sistema sanitario nazionale a causa soprattutto delle lunghe attese per effettuare interventi ed esami medici. Il 42,2% degli italiani, inoltre, parla di strutture mediche fatiscenti ed il 41,8% si scaglia contro condizioni igieniche insoddisfacenti. C’è poi addirittura un 34% che dice di avere subito degli errori medici nella sanità pubblica.
Il quadro generale, dunque, è tutt’altro che incoraggiante. Urge un intervento per porre freno all’impoverimento della classe media e migliorare i livelli essenziali delle prestazioni sanitarie, ricorrendo – se è necessario – ad un sistema di welfare misto.

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