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Coopstartup: la cooperazione che diventa innovazione

19 Novembre 20155 min read

Creare un ecosistema favorevole allo sviluppo di startup di tipo cooperativo.
È questo l’obiettivo di Coopstartup, il progetto di Coopfond in collaborazione con Legacoop, nato nel maggio 2013.
Sono 8 le startup lanciate in questi due anni e mezzo di attività, più di 1000 le persone coinvolte e 300 i progetti selezionati.

Coopstartup, con il suo bagaglio di competenze e professionalità anche esterne al mondo di Legacoop, è riuscita a coopstartup 2015creare un percorso di sostegno per chi ha un’idea di impresa e vuole adottare la forma cooperativa.
Dei risultati di Coopstartup e del futuro dell’innovazione cooperativa si è discusso ieri all’evento Coopstartup2015.
Cooperatori, dirigenti cooperativi, esponenti del mondo accademico e del capital venture hanno dato vita ad un confronto interessante sul ruolo della cooperazione nell’universo innovativo.
La cooperazione non è una bella esperienza del passato, ma una risposta ai bisogni futuri della società” ha affermato con orgoglio Giancarlo Ferrari, direttore di Legacoop. Una frase che riassume al meglio lo spirito dell’evento e le potenzialità dell’impresa sociale.

Sono quattro le tematiche affrontate nel corso di Coopstartup 2015: la finanza per le startup, la valutazione delle startup, incubazione ed accelerazione, comunicazione ed animazione territoriale.
Tutte questioni fondamentali per un giovane cooperatore alle prese con lo sviluppo di un’idea che, per quanto possa essere innovativa, deve scontrasi con problemi di accesso al credito, fronteggiare le richieste del mercato, redarre un buon business plan ed effettuare una comunicazione efficace.
relatori coopstartup 2015Ma l’aspetto più importante per avviare una startup di successo è la capacità di fare rete. Intessere relazioni con soci e potenziali investitori, dialogare con altri innovatori, chiedere una consulenza ad università, enti di ricerca ed organismi intermedi, valutare l’impatto del proprio prodotto/servizio confrontandosi con il consumatori sono elementi vitali per il proseguimento della propria attività d’impresa. L’80% delle startup del nostro Paese muore dopo il primo anno di vita proprio perché manca un ecosistema favorevole.
Una burocrazia lenta e complessa, la mancanza di investimenti privati e soprattutto, come ha dichiarato Aldo Soldi, direttore generale di Coopfond, la “diffusione della cultura del fallimento portano il sistema dell’innovazione al collasso.

Coopstartup mira a cambiare il contesto, sfruttando le potenzialità dello strumento cooperativo.
Mutualità, democrazia economica, spirito collaborativo, capacità di fare rete e di rispondere alle esigenze delle comunità locali sono il valore aggiunto delle startup cooperative, ciò che le rende un veicolo di innovazione, quella sana e lontana anni luce dagli scandali giudiziari degli ultimi mesi.
Quando parliamo di innovazione non ci riferiamo solo alla tecnologia, ma anche creazione di prodotti e servizi in grado di rispondere ad un lusetti coopstartupbisogno quotidiano della gente. Significa adottare nuovi strumenti di welfare, valorizzare il patrimonio culturale ed artistico di un territorio, creare prodotti ecosostenibili, agire per migliorare l’inclusione sociale di una comunità.
Perchè “fare cooperazione non significa prendersi tutta la fetta della torta, ma condividerla” ha dichiarato Annamaria Ricci di Legacoop Puglia dal palco di Coopstartup.
Un punto di vista condiviso e ribadito da Mauro Lusetti, presidente di Legacoop, che ha concluso l’evento.
Voi cooperatori” dice Lusetti “avete fatto una scelta, la condivisione dei patrimoni e dei valori vi deve accompagnare”.

Essere cooperatori significa essere innovatori e questo comporta anche delle responsabilità, come quelle prese in carico dai lavoratori delle cosiddette workers buyoutuna forma d’impresa di tipo cooperativo dove gli addetti di un’impresa fallita decidono di rinunciare al proprio Tfr per costituire una cooperativa e rimettere in piedi l’azienda.
Un modello, questo, che rende orgoglioso il presidente Lusetti che lo definisce come “l’esempio di come la annibale d'elia coopstartupcooperazione possa vincere dove l’impresa capitalista ha fallito”.
La responsabilità di essere cooperatori ed innovatori significa essere protagonisti di “un processo di cambiamento all’interno delle coop” dice Paolo Venturi di AICCON.
Una responsabilità, infine, che si traduce nella condivisione di idee e di risorse con i propri soci e con l’intera società.
La domanda fondamentale non è chi colpire, ma cosa abbiamo noi da condividere” dice Annibale d’Elia di Bollenti Spiriti.
E allora proprio da questo spirito di condivisione e di innovazione deve ripartire il mondo della cooperazione per rilanciare il proprio ruolo nell’economia e nella società italiana.

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