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La cooperazione calabrese riparte dall’Alleanza

24 Giugno 20215 min read

Il mondo della cooperazione calabrese ha dimostrato di svolgere un ruolo fondamentale durante la pandemia. In un contesto dove spesso le istituzioni non sono in grado di assicurare i servizi minimi essenziali, soprattutto in materia di sanità e di assistenza ai soggetti svantaggiati, le coop sociali rappresentano uno strumento insostituibile. 
E da qui ripartiranno le organizzazioni di rappresentanza delle cooperative, cercando di dare alle proprie associate un ruolo da protagoniste nell’ecosistema dei media nel dibattito politico in vista delle prossime elezioni regionali. 

Il confronto tra Concooperative, Legacoop e AGCI Calabria

Una nuova legge regionale sulla cooperazione, un settore dedicato all’interno delle Istituzioni calabresi, le strategie condivise per il rilancio e il rafforzamento del mondo della cooperazione calabrese. Sono queste alcune delle tematiche chiave emerse dal confronto di quest’oggi all’interno di Alleanza delle Cooperative Calabria, che accoglie al suo interno le tre centrali regionali: AGCI, Confcooperative e LegaCoop.

All’incontro hanno preso parte per Confcooperative Camillo Nola (Presidente) e Rocco Sicoli (Vice Presidente). Per LegaCoop erano presenti il Presidente Lorenzo Sibio, Claudio Liotti e Maurizio De Luca Vice Presidenti e Maurizio Stasi direttore della struttura regionale. Per AGCI il Presidente Gennaro Raso, il vice Presidente Antonio Orlando e i membri dell’ufficio di presidenza Tony Moscato, Luigi Canino, Saverio Caliò.

Il confronto è stato aperto da Lorenzo Sibio, Presidente di LegaCoop Calabria che ha voluto evidenziare i passi avanti fatti dalla rappresentanza del mondo della cooperazione negli ultimi anni, ponendo l’accento soprattutto sull’impegno di tutelare e promuovere il modello cooperativo in tutte le sue forme, partecipando ai tavoli istituzionali regionali, delle ITL e delle Camere di Commercio. Alleanza delle Cooperative Calabria, ha concluso Sibio, ha rimesso al centro del dibattito il modello cooperativo, rigenerando interesse e capacità di attecchire nei territori. Dello stesso avviso Angelo Raso, Presidente di AGCI Calabria, che ha tenuto ad evidenziare quanto oggi serva questa sinergia tra le principali centrali cooperative della regione e del Paese, per ridare forza ad un mondo variegato che accoglie al suo interno sia piccole e medie cooperative del settore agricolo, sociale e sanitario, dopo lo shock del Covid che si è andato a sommare alle già difficili condizioni strutturali del nostro territorio regionale.

Infine, Camillo Nola Presidente di Confcooperative Calabria, scelto come nuovo Portavoce dal direttivo di ACI, prende il testimone da Lorenzo Sibio, per coordinare i lavori delle tre centrali, in modo da garantire, nel rispetto delle differenti strutture e nature, il massimo risultato in termini di condivisione politica dei programmi di sviluppo delle tre centrali cooperative nel territorio regionale.

Le priorità della ripartenza della cooperazione calabrese

Nel corso dell’incontro, i temi caldi sono stati una maggiore presenza del mondo della cooperazione sui media, con una comunicazione che raggiunga e coinvolga gli associati per tutte le iniziative che vedono protagonista la cooperazione.

Oltre alla piena condivisione di affrontare necessità ormai diventate non più procrastinabili, come una nuova legge regionale che dia la giusta dignità, il riconoscimento e gli strumenti all’intero comparto cooperativo; l’istituzione in seno ai dipartimenti regionali di un settore dedicato che sia capace di fare sinergia e di interpretare al meglio il mondo cooperativo con le sue mille sfaccettature; ed infine, l’attivazione di canali di confronto con i candidati presidenti alle prossime elezioni regionali, per avere un dialogo franco sui temi che i candidati intendono sviluppare per il rilancio della coesione sociale nei nostri territori, e per discutere del ruolo della cooperazione in Calabria che ha dimostrato di essere un modello resiliente, coinvolgente ed inclusivo, soprattutto verso i più fragili, le donne e i giovani che, diversamente, faticano ad entrare nel mondo delle imprese e nel mercato sano del lavoro.

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