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Cooperative: solo 5mila ispezioni nel 2015, colpa dei tagli al Mise

11 Maggio 20163 min read

Nel 2015 il Mise ha ispezionato solamente 5.000 cooperative, corrispondenti solo al 10% del totale, per effetto dei tagli effettuati dal Governo nel 2014 nei confronti del Ministero dello Sviluppo Economico. 

La denuncia arriva direttamente da Simonetta Moleti, direttore generale della Direzione per la vigilanza sugli enti, il sistema cooperativo e le gestioni commissariali del Ministero dello Sviluppo economico, in audizione davanti alla commissione Industria del Senato.
controlli-cooperativeIl numero delle ispezioni effettuate dal ministero – sottolinea Moleti – è passato dalle 20mila del biennio 2009-2010 alle 33 mila del biennio 2011-2012, alle 36 mila del biennio 2013-2014″.  Il calo del 2015 è da sottoscrivere per l’appunto ad un drastico taglio delle risorse portato avanti nel 2014 dal Governo; una decisione paradossale considerando che proprio a fine 2014 scoppiò il caso Mafia Capitale ed il problema delle false cooperative si manifestò difronte all’opinione pubblica.
La situazione dei fondi per effettuare le ispezioni alle coop è cambiata drasticamente nel 2008,  da quando cioè i contributi versati dalle imprese sociali non arrivano più direttamente nelle case del Mise ma vengono depositati in un apposito fondo.
Tali risorse, però, possono essere destinate per migliorare i conti di finanza pubblica. Come spiega la stessa Moleti, nel 2015 solamente l’8% dei contributi per la revisione versati dalle cooperative sono stati re-investiti per dare vita alle ispezioni.

Il quadro, dunque, è piuttosto preoccupante, nonostante nel 2016 la situazione sembra essersi normalizzata. Per l’anno in corso sono stati investiti 6,5 milioni di euro, corrispondenti al 50% dei contributi versati dalle coop. Il numero dei controlli è tornato così vicino al livello del biennio 2013-2014.
Desta scalpore anche il numero delle mancate revisioni, ovvero i controlli che non vengono portati a termine per la mancata reperibilità delle cooperative o addirittura per il loro rifiuto a farsi revisionare: “Le mancate revisioni effettuate dal Mise” aggiunge Moleti, “ammontano a 10.798, quasi un terzo del monte revisioni effettuate dal ministero. Le mancate revisioni delle associazioni, a parità di revisioni effettuate, sono invece 2.005. È evidente che questo numero deve far riflettere”. 
Proprio i ritardi nei controlli consentono alle cosiddette false cooperative di sfruttare i vantaggi fiscali insiti nel modello cooperativo e di far sparire velocemente le proprie tracce. Ecco perché sarà fondamentale destinare maggiori risorse al Mise ed attivare un processo di coordinamento tra il ministero e le centrali di rappresentanza, così come proposto dall’Alleanza delle Cooperative nella legge contro la falsa cooperazione presentata in Parlamento nei mesi scorsi.

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