Il mondo delle cooperative mantiene inalterati i propri livelli occupazionali, ma fatica a crescere. Secondo una recente indagine dell’Alleanza delle Cooperative, il 49% delle coop dichiara che nel secondo quadrimestre del 2016 il proprio fatturato è rimasto stabile.
Le cooperative, così come le altre forme d’impresa, pagano la crisi della domanda interna ed un improvviso rallentamento dell’export, dopo che per mesi le vendite estere avevano tenuto a galla l’economia italiana. Ci sono, però, due settori che resistono meglio degli altri alla recessione: sono la cooperazione sociale e l’agroalimentare. Le coop sociali sono in grado di interpretare al meglio i rinnovati bisogni della popolazione e di applicare un modello di welfare innovativo ed alternativo a quello pubblico.
Le cooperative agroalimentari rappresentano invece l’eccellenza del Made in Italy, grazie a prodotti di alta qualità e frutto di processi produttivi sostenibili. I consumatori sono disposti a pagare di più per un alimento rintracciabile, italiano e biologico. Tutte caratteristiche che le coop riescono a garantire e che portano l’agroalimentare cooperativo a limitare i danni durante la fase recessiva.
Ci sono, però, diversi ostacoli alla ripresa. La maggior parte dei cooperatori individua la crisi della domanda come il principale impedimento. Il secondo ostacolo è invece la concorrenza sleale.
Sono tante le imprese che, per fronteggiare il periodo difficile, decidono di abbattere i costi sfruttando il lavoro nero ed evadendo il fisco. In questi mesi la cronaca giudiziaria ci ha mostrato diversi esempi di false cooperative che non applicano i regolari contratti di lavoro e che utilizzano a loro vantaggio il basso costo del lavoro per vincere le gare d’appalto.
Il mondo della cooperazione è impegnato a tutelare quelle coop sane che sono vittime della concorrenza sleale. “Su questa partita – ha dichiarato il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini al Corriere Economia – siamo in prima linea con i Ministeri dell’Economia e del Lavoro per intensificare i controlli. Per questo abbiamo promosso una legge di iniziativa popolare che si appresta a diventare legge per stringere le maglie dei controlli“.
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