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Consumi alimentari 2015: bene frutta e verdura, giù latte e carne

3 Febbraio 20162 min read

Secondo Ismea-Nielsen nei primi undici mesi del 2015 c’è stato un aumento dei consumi di generi alimentari e bevande dello 0,4% rispetto all’anno precedente.

I dati raccontano di una variazione positiva che riguarda soprattutto i prodotti confezionati a peso fisso (+2,2%).
In questa categoria rientrano le bevande, protagoniste di un aumento della spesa del +3,4%, dato soprattutto dalle vendite di acqua minerale (+9%) e birra consumi frutta(+6%); c’è, invece, un leggero calo del consumo di vini, spumanti compresi, attestabile attorno al -0,8%.
Bene anche la vendita di oli e grassi vegetali (+11%), con l’olio d’oliva in particolare che fa registrare una variazione positiva del 18,8%.
C’è in generale un cambiamento anche abbastanza radicale delle scelte dei consumatori. Esiste una maggiore consapevolezza delle caratteristiche dei prodotti e soprattutto è presente una migliore educazione alimentare. 
Gli italiani si orientano così verso l’acquisto di prodotti più salutari, con particolare riferimento a frutta, pesce e verdura.
Nei primi undici mesi del 2015, rivela Ismea-Nielsen, nel comparto ortofrutticolo il  segmento degli ortaggi freschi fa registrare una rilevante crescita su base annua: la spesa per i prodotti di IV gamma aumenta del 2,9% e quella per i restanti ortaggi e legumi del 3,3%.
Nel comparto della frutta bene soprattutto i consumi della frutta in guscio (+13%).
Il mercato ittico mostra anch’esso dei segnali positivi: la vendita degli affumicati essiccati cresce del 20% e quella dei freschi e decongelati del 5,2%.

Tuttavia, non tutti i tipi di consumi alimentari mostrano segnali positivi. Ci sono due comparti, infatti, in netta crisi e sono quello della carne e del latte.
Sul primo ha inciso senza dubbio l’allarme dell’Oms ed in generale hanno influenzato le scelte dei consumatori tutti gli studi sugli effetti negativi del consumo di carne e salumi sulla salute umana.
Particolarmente negativo è l’andamento del segmento del maiale (-9%), mentre quelli della carne avicola e bovina segnano delle flessioni ridotte rispetto ai mesi precedenti. Male anche i salumi (-0,6%).
La stessa dinamica negativa interessa il settore lattiero caseario che perde 3,4 punti percentuali nel confronto con il 2014. L’unico prodotto del comparto a presentare una variazione positiva è lo yogurt (+0,4%).

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