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Conserve Italia: export in netta crescita nel 2015. Esempio di lungimiranza e pianificazione aziendale

24 Marzo 20153 min read

Più volte in questa sede abbiamo rimarcato l’importanza dell’export in questo periodo storico.
La crisi della domanda interna costringe le aziende italiane a guardare ai mercati esteri, specie a quei paesi come Stati Uniti, Cina o Germania, dove la crisi è solo un lontano ricordo ed i consumi sono ripartiti in maniera prepotente.
Il consorzio cooperativo Conserve Italia ha compreso alla perfezione il quadro macroeconomico e ha impostato una strategia commerciale perfetta: puntare sui mercati esteri per risanare l’intera azienda.

ConserveItaliaI primi dati del 2015 danno ragione alla società cooperativa emiliana. Negli ultimi mesi le vendite all’estero sono cresciute del 10%, con dei picchi nel mese di febbraio (+19%).
Merito di una serie di accordi commerciali, tra i quali ricordiamo quello con la catena tedesca Rewe.
Allo stato attuale i prodotti di Conserve Italia vengono venduti in oltre 3000 scaffali teutonici, una cifra cospicua che ha fatto salire export in terra tedesca più del 20%.
La Germania, però, è solo una delle mete possibili. La svalutazione dell’Euro nel rapporto con il dollaro rende per esempio appetibile il mercato americano. Tutte quelle aziende che hanno intrattenuto rapporti commerciali con gli Stati Uniti hanno visto crescere il proprio fatturato negli ultimi mesi.
Fiat-Chrysler è solo uno dei tanti esempi che si possono presentare. E se il mercato delle auto ha tratto degli importanti benefici da questa situazione, l’agroalimentare ha dei margini di crescita maggiori.
Il fascino del “made in Italy” rimane immutato in tutto il mondo: i beni di qualità prodotti dalle aziende e dalle cooperative italiane hanno una grande richiesta sui mercati esteri.
Per questo motivo sono quantomai necessarie strategie aziendali volte ad esplorare nuovi mercati e a internazionalizzare i propri quadri operativi.

Ne è consapevole Maurizio Gardini, presidente del Cda di Conserve Italia e vertice di Confcooperative, la centrale di committenza alla quale aderisce lo stesso consorzio emiliano. Per Gardini è arrivato il momento di “avere coraggio”. 
Nel futuro immediato l’azienda di San Lazzaro si porrà come obiettivo una crescita annuale dell’export pari al 10%, concentrando le risorse soprattutto su Cirio, uno dei tanti consorzi facente parte del gruppo Conserve Italia.
Cirio rappresenta, infatti, la seconda marca di pomodori più diffusa sul mercato anglosassone con una crescita delle vendite pari a +32% nel 2014.
Da qui, dunque, dovrà riportare Conserve Italia, incentivando ancora di più l’export verso Gran Bretagna e Germania e chiudendo accordi con nuovi partner commerciali. Nord America, Australia, Paesi Arabi ed Africa del Nord sono i prossimi obiettivi.
Senza dubbio la parabola del consorzio emiliano deve fungere da esempio per tante cooperative ed aziende italiane che hanno toccato con mano gli effetti devastanti della crisi e che adesso provano lentamente a rialzare la testa.

 

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