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Confcooperative: da Papa Francesco un monito e un incoraggiamento per il futuro!

11 Marzo 20154 min read

Lo scorso 28 febbraio oltre 7.000 giovani cooperatori associati a Confcooperative sono stati in Udienza dal Papa.
È stato un momento di alta spiritualità, ma anche di riflessione sul presente e sul futuro del mondo cooperativo.
La cooperazione come modello d’impresa alternativo a quello capitalistico: è questo il messaggio lanciato dal Pontefice ai giovani presenti e a tutti gli operatori sparsi in Italia e nel mondo.

E’ noto che un certo liberismo crede che sia necessario prima produrre ricchezza, e non importa come, per poi promuovere qualche politica redistributiva da parte dello Stato. Prima riempire il bicchiere e poi dare agli altri. Altri pensano che sia la stessa impresa a dover elargire le briciole della ricchezza accumulata, assolvendo così alla propria cosiddetta “responsabilità sociale”. Si corre il rischio di illudersi di fare del bene mentre, purtroppo, si continua soltanto a fare marketing, senza uscire dal circuito fatale dell’egoismo delle persone e delle aziende che hanno al centro il dio denaro. Invece noi sappiamo che realizzando una qualità nuova di economia, si crea la capacità di far crescere le persone in tutte le loro potenzialità”.

confcooperativeRedistribuzione delle risorse e spirito di solidarietà: due concetti sconosciuti nelle realtà sociale e economica contemporanea, guidata esclusivamente dal calcolo egoistico che mira al profitto.
Le cooperative devono porsi come modello di sviluppo alternativo, con al centro la qualità delle persone e le esigenze dei singoli territori, soprattutto quelli più svantaggiati. Le imprese sociali devono intervenire lì dove la società contemporanea è più debole, ovvero il sistema di welfare.
Sanità e previdenza sociale stanno vivendo un periodo di gravissima crisi che rischia di mettere in discussione diritti sociali acquisiti ormai da anni. La spending review e la corsa per arrivare al pareggio di bilancio hanno tolto risorse ai più poveri e e ai bisognosi.
La crescita della povertà in tutto il mondo ne è un’ulteriore riprova. La cooperativa, con il suo spirito mutualistico e solidale, deve farsi carico di queste esigenze insoddisfatte e non farsi attrarre in maniera sconsiderata dal mercato.
Il fenomeno delle false cooperative rappresenta la degenerazione di quello che una buona cooperativa deve essere. Papa Francesco usa un termine molto forte e parla di “prostituzione” del nome di cooperativa. Per questo motivo esse vanno combattute ed eliminate attraverso una maggiore implementazione della cooperativa sana, quella in grado di conciliare lavoro e famiglia e di proporre un modello d’impresa sostenibile e soprattutto umano.

Un’ultima riflessione, il Pontefice la dedica al progetto di fusione delle maggiori centrali di committenza italiane (Confcooperative, Legacoop e Agci), che entro il 2017 vogliono fondare l’Alleanza delle Cooperative Italiane.
Tante identità religiose e sociali, unite da un unico spirito: quello cooperativo.
Papa Francesco valuta positivamente questa iniziativa e la commenta con delle parole coraggiose:” Certo, vi sono cooperative cattoliche e cooperative non cattoliche. Ma la fede si salva rimanendo chiusi in se stessi? Domando: la fede si salva rimanendo chiusi in se stessi? Rimanendo solo tra di noi? Vivete la vostra Alleanza da cristiani, come risposta alla vostra fede e alla vostra identità senza paura”!

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