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Commissione Ue: più flessibilità ma rispetto del 3%!

13 Gennaio 20152 min read

Sono arrivate le tante attese linee guida delle Commissione europea sul Patto di Stabilità e Crescita. I paesi membri, soprattutto Italia e Francia, speravano in una maggiore flessibilità nel calcolo del deficit.
Sul punto possono ritenersi moderatamente soddisfatti. La Commissione, infatti, ha aperto ad una maggiore flessibilità per tutti quegli Stati che non superano il 3% nel rapporto Pil/Debito pubblico.
L’Italia appartiene a quest’ultima categoria.

Cooperative EdiliVerrà concesso più tempo per il raggiungimento degli obiettivi di bilancio, purchè vengano rispettati i parametri di Maastricht e si effettui una seria politica di riforme strutturali.
Quest’ultimo punto è particolarmente importante e rientra nella cosiddetta “clausola per investimenti”. Vengono, infatti, scorporati nel calcolo del debito, tutti quegli investimenti effettuati attraverso i co-finanziamenti dell’Ue.
Tale deviazione è consentita purchè non comporti lo sforamento del 3%.
Una misura di questo tipo intende incentivare gli interventi che portano effetti di medio-lungo periodo sul bilancio di un paese. Ecco perchè la linea guida espressa dalla Commissione deve essere valutata in maniera positiva dall’Italia: il Governo Renzi potrà ritardare il raggiungimento degli obiettivi prefissati da Bruxelles in nome di un effettivo ammodernamento del Paese.

Sempre su questa linea agisce la cosiddetta “clausola sulle riforme”. La Commissione valuterà attentamente le riforme effettuate dai singoli Stati ed il loro possibile impatto sul bilancio pubblico.
Qualora Bruxelles accertasse la bontà di tali interventi nel medio-lungo periodo, consentirà ai suddetti di Paesi di deviare rispetto agli obiettivi di risanamento. Il tutto è sempre subordinato al mantenimento del 3% nel rapporto Pil/Debito pubblico e ad una deviazione che non deve mai andare oltre lo 0,5%.
Maggiore flessibilità, dunque, ma estremo rigore nel rispetto dei parametri di Maastricht. L’Italia può guardare con maggiore ottimismo al futuro, ma deve inaugurare una stagione di riforme che porti i suoi benefici alle casse pubbliche.

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