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CER: a che punto siamo in Calabria?

13 Marzo 20232 min read

Negli ultimi anni per fronteggiare la crisi energetica e per favorire la transizione ecologica si sente parlare spesso di comunità energetiche rinnovabili (CER).  

La CER consiste in un insieme di soci che decidono di collaborare per produrre energia da fonti rinnovabili. L’associazione è composta dai soci  produttori, aderenti in quanto proprietari di impianti di produzione da energia rinnovabile, che consumano l’energia a loro necessaria rimettendo in circolo quella che non viene utilizzata e dai soci consumatori che consumano l’energia generata dei produttori. Per il suo funzionamento si dota di uno o più impianti per la produzione e l’autoconsumo condiviso di energia elettrica da fonti rinnovabili. 

Anche in Calabria sono stati avviati dei progetti per la realizzazione di alcune comunità energetiche rinnovabili.

Lo scorso 16 gennaio è  stata inaugurata a San Nicola da Crissa, in provincia di Vibo Valentia, la prima CER della Calabria, che è anche la seconda comunità energetica solidale d’Italia pienamente operativa. Per la realizzazione del progetto l’amministrazione comunale ha messo a disposizione il tetto della scuola locale dove è stato installato un impianto fotovoltaico da 66,8 kWp.

 È recente la notizia della prossima realizzazione di una comunità energetica anche sul territorio comunale di Casali del Manco. Con la delibera di giunta comunale n. 10 del 15 febbraio 2023 è stato formalizzato un atto d’indirizzo al responsabile del settore 4 per l’adozione degli atti gestionali finalizzati alla redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica della costituzione di una comunità energetica sul territorio del piccolo borgo cosentino.

Questa iniziativa, secondo l’amministrazione comunale, porterà benefici sia alla cittadinanza che ai proprietari degli impianti. I benefici per il Comune vanno dal GSE, all’abbattimento dei costi energetici, agli utili dai ricavi di vendita dell’energia per i cittadini aderenti. I benefici per l’Ambiente sono la riduzione della percentuale di sostanze inquinanti con conseguente meno spreco di energia ed il perseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione energetica entro il 2030 e decarbonizzazione totale entro il 2050. Infine i benefici sociali con la lotta alla “povertà energetica” e la promozione della coesione sociale ed energetica.

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