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Caporalato: confisca dei beni per le imprese irregolari

7 Settembre 20152 min read

Una piaga sociale antica, ma mai così attuale. Il fenomeno del caporalato continua a colpire le campagne italiane, con centinaia di agricoltori italiani e stranieri costretti a lavorare nei campi in cambio di una retribuzione irrisoria e senza alcun rapporto contrattuale.

Le numerosi morti di lavoratori in nero, avvenute nell’estate 2015, hanno portato il Governo a prendere dei seri provvedimenti per arginare un fenomeno che è un vero e proprio retaggio del sistema feudale e latifondista.
Il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ed il Ministro delle Politiche Agricole, Ambientali e Forestali, Maurizio Martina, hanno deciso di inserire delle misure caldo coltivazionidi contrasto al caporalato all’interno del decreto legge contro l’illegalità.
Sono quattro, in tutto, gli emendamenti proposti. Il primo e forse quello più importante riguarda la confisca del prodotto o del profitto per chi commette il reato di caporalato.
La ratio della nuova norma è quella di aggredire direttamente i patrimoni. Secondo l’esecutivo, la reclusione e le sanzioni di tipo pecuniario non rappresentano un deterrente efficace nei confronti delle aziende irregolari.
Confiscare beni quali le attrezzature di lavoro o i terreni stessi viene considerata, invece, come una misura adeguata per prevenire il fenomeno del caporalato.
Viene equiparato al caporalato anche il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, per il quale verrà applicata in egual modo la confisca dei beni.

La nuova normativa prevede, inoltre, un indennizzo pagato dello Stato per i lavoratori che sono vittima di queste pratiche di sfruttamento. Un ultimo emendamento, ma non meno importante, inserisce la responsabilità in solido per le aziende.
Ad essere colpito dalle sanzioni non sarà, quindi, solo il singolo produttore ma tutta la “catena” aziendale, punendo così tutte le imprese costituite in forma societaria ed associativa che incentivano pratiche illecite.
La crisi economica non ha fatto altro che rendere ancora più attuale il caporalato. Secondo Eurispes, Coldiretti e l’Osservatorio sulla criminalità, nel primo semestre del 2014 gli irregolari nel settore agricolo ammontavano addirittura al 32% degli occupati.
La crisi di alcuni settori, come quello ortofrutticolo, con il crollo dei prezzi e la difficoltà a piazzare i prodotti sul mercato, considerando anche l’embargo russo, ha portato molte aziende ad uscire dalla legalità.

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