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Calabria: le reazioni alle accuse sui Consorzi di bonifica

24 Febbraio 20167 min read

Dopo la denuncia del presidente di Confcooperative Camillo Nola in merito alla situazione dei Consorzi di bonifica calabresi, argomento sul quale si è espresso anche il nostro legale, arrivano le prime reazioni da parte delle organizzazioni di rappresentanza agricole. 

Il presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro, ha pubblicato sul Corriere della Calabria una risposta alle accuse pervenute nei giorni scorsi.
Camillo Nola ha denunciato, infatti, apertamente gli sprechi del consorzio Sibari-Crati prima e degli attuali Consorzi di bonifica gestiti dalle rappresentanza agricole poi.
Attraverso le cartelle esattoriali di Equitalia questi enti fanno gravare sulle spalle degli agricoltori costi eccessivi al cospetto di servizi gravemente consorzi di bonifica calabriainsufficienti e di una gestione scarsamente rappresentativa degli interessi delle rappresentanze agricole.
Accuse forti e circostanziate, quelle di Nola, che non sono andate giù al presidente di Coldiretti che risponde in questi termini: “Chi confonde l’ex Consorzio di Bonifica Sibari-Crati (dinosauro del passato) con gli attuali Consorzi di Bonifica gestiti dagli agricoltori, certamente ignora i fatti o peggio, strumentalmente, vuole creare confusione”.

Una questione centrale all’interno della vicenda sui Consorzi riguarda per l’appunto la gestione di Coldiretti la quale secondo Nola “fatica a comprendere che i consorzi di bonifica sono una vera impresa economica, che come tale vanno gestiti, riorganizzando la pianta organica con criteri di efficienza e competenza e, soprattutto, spingendo sugli investimenti poiché ci sono ancora infrastrutture obsolescenti dell’epoca di Mussolini”.
Molinaro ci tiene a ribadire come Coldiretti abbia lavorato in questi anni per garantire un servizio idrico efficiente e diffuso su tutto il territorio regionale, cercando di mettere una pezza all’operato disastroso del Sibari-Crati: “I dirigenti Coldiretti amministratori dei Consorzi, in questi sei anni, hanno lavorato sodo e si badi bene nel rispetto delle norme. Sono stati anni difficili ma esaltanti; anni nei quali si sono azzerati i trasferimenti della Regione, ma nonostante questo, sono stati garantiti e ampliati i servizi. L’acqua ad uso irriguo è stata erogata senza un giorno di interruzione; questo nonostante che a causa dei cambiamenti climatici si sia allungato il periodo di siccità, negli ultimi anni si irriga ininterrottamente da aprile a novembre. Certo tutti vorremmo un servizio gratuito, ma ricordiamo che oggi, il costo ad ettaro per l’utilizzo dell’acqua ad uso irriguo in provincia di Cosenza è tra i 160 e 200 euro ettaro, molto più basso rispetto a Regioni, per rimanere nel sud Italia, come Puglia, Basilicata e Sicilia, dove i Consorzi sono commissariati (gestiti dalla regione) e il costo per ettaro va dai 400 agli 800 euro. Comunque siamo nella media del nord Italia”.

Il presidente di Coldiretti Calabria critica anche la soluzione proposta da Nola, il quale aveva proposto affidamento dei servizi idrici alla Regione “che dovrebbe riunire sotto un’unica regia l’intero sistema di gestione delle acque, potabili e per uso agricolo”. Una proposta, questa, che secondo Molinaro rappresenterebbe un enorme passo indietro e significherebbe portare avanti modelli gestionali ormai superati e generatori di sprechi e corruzione: “Sostenere questa “ricetta” – dice Molinaro – oltreché denigrare i risultati fa sorgere più di un dubbio. Ci sono altri interessi? Si vogliono privare gli agricoltori virtuosi e responsabili dell’esercizio del voto e dell’autogoverno? Si vuole un sistema padronale? Certamente, una scelta siffatta, non produce efficienza e prospettive per i consorziati, e si ritornerebbe a far lievitare l’elusione e l’evasione. Una rude, nefasta e antistorica proposta. Davvero è incomprensibile!”. 

Non si è fatta attendere in queste ore anche la risposta di Alberto Statti di Confagricoltura Calabria, pervenuta anch’essa sulle pagine del Corriere della Calabria. “Oggi i Consorzi – dichiara Statti – a dispetto dei comunicati stampa, non interpretano il ruolo che la legge assegna loro, continuano a disperdere energie e risorse, mantengono costi che sono eccessivi, insistono – in forza di una legge regionale sbagliata – nel far ricadere questi costi sulle imprese. Il giochino di dire: tizio critica perché non vuol pagare è indecente e vergognoso”.
Statti, dunque, condivide con Nola il malcontento per come vengono gestiti questi enti che eppure dovrebbero portare vantaggi e servizi a tutte le imprese agricole, indipendentemente dall’appartenenza ad una determinata organizzazione di rappresentanza: “Dica il presidente Molinaro perché il sistema consortile calabrese abbia scelto, pagando con i denari ricevuti da tutti e non solo dai tesserati della sua organizzazione, l’acquisto di servizi da società che rientrano nella galassia Coldiretti? Ci dica il Presidente Molinaro se l’ex Urbi Calabria – organismo di sintesi e rappresentanza di tutti i Consorzi – abbia o meno impegnato risorse per “rinforzare” la partecipazione a iniziative Coldiretti. Far pagare i tributi consortili a tutti e senza aver fornito servizi è oggi consentito dalla legge, noi immaginiamo per i Consorzi una sostenibilità unicamente “imprenditoriale”; comodo invece ripararsi dietro il taglio dei trasferimenti e le inadempienze regionali. Molto più logico – e questo sì in linea con un’agricoltura “bella e vera che piace e che vince” – sarebbe accettare la sfida dell’impresa”.
In merito alla vicenda vi proponiamo la puntata di Pubblica Piazza, andata in onda giovedì 18 febbraio, nel corso della quale si fa il punto sulla situazione dell’agricoltura calabrese con un focus particolare sulla questione dei consorzi di bonifica.

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