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BCE piano antispread: vince Draghi 22 a 1

7 Settembre 20123 min read

Mario DraghiLa Banca Centrale Europea potrà acquistare i titoli di Stato dei Paesi in difficoltà (bond da uno a tre anni) senza porsi limiti economici.

La notizia sta tutta qui. Nella ferma volontà del Presidente dell’“EurotowerMario Draghi, della «scelta irreversibile dell’Euro» e, in essa, di «mantenere la stabilità dei prezzi nel medio termine» per «difendere l’integrità della politica monetaria dell’eurozona». Volontà condivisa quasi unanimemente nel momento in cui il Consiglio Direttivo è stato chiamato a esprimersi: 22 voti a favore e 1 contrario; «c’è stata una voce di dissenso» intuitivamente riconducibile al Presidente della Bundesbank, Jens Weidman.

Chiaramente non si tratta di una fiducia incondizionata a favore dei Paesi in difficoltà: gli stessi, per godere dell’acquisto di propri bond da parte della BCE, dovranno impegnarsi nell’attuazione di riforme serie e realizzare programmi concordati con lo stesso Istituto europeo. Pertanto, una fiducia condizionata così da tranquillizzare la stessa Merkel che, non senza riserve, in più di una circostanza, in questi ultimi giorni, aveva espresso dubbi sull’azione della banca centrale e l’iniziativa della stessa in interventi simili. Dubbi che lo stesso Draghi, con fermezza, ha confutato richiamando la piena autonomia della banca centrale e per esser la decisone presa, e portata in voto, contemplata nel suo statuto non violando così al mandato.

Intelligentemente lo stesso Draghi nel commentare l’esito positivo dell’incontro direttivo, ha esteso l’invito al Fondo Monetario Internazionale a partecipare ai programmi di finanziamento, investendolo nel monitoraggio dei Paesi beneficiari dell’iniziativa della BCE. E la risposta della direttrice Christine Lagarde non si è fatta attendere dichiarando di accogliere favorevolmente l’annuncio dato e manifestando disponibilità e prontezza a collaborare.

Inutile affermare il balzo in avanti segnato da tutti i listini internazionali (Milano ha chiuso sopra il 4%) e il crollo dello spread sotto la soglia dei 380 punti. L’annuncio di Draghi era il segnale che tutti attendevano.

La palla passa ora agli Stati bisognosi di questi interventi, l’Italia è tra questi, e ai governi degli stessi. Ad iniziare dalle riforme sul mercato del lavoro, l’occupazione, le politiche a favore della piccola, media e grande industria.

La crisi non è finita e la luce in fondo al tunnel si intravvede a malapena. Quasi contemporaneamente all’annuncio della BCE arriva la notizia che in Europa 116milioni di cittadini sono a rischio povertà.

 

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