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Appalti pubblici, Guerini: ecco come riformare il Codice

15 Gennaio 20163 min read

Il Senato ha finalmente approvato la legge delega che demanda al Governo il compito di riformare il Codice dei contratti pubblici e di recepire la nuova direttiva europea in materia di appalti e concessioni.

Negli ultimi mesi si è parlato molto di una possibile riforma del sistema degli appalti. Più volte è intervenuto a tal proposito il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, e confcooperativenumerosi esponenti delle organizzazioni di rappresentanza hanno invocato un intervento normativo che modifichi il criterio dell’offerta più bassa, dando spazio ad elementi quali la qualità sociale ed ambientale dell’offerta.
Un punto, quest’ultimo, sul quale si è battuto in questi mesi Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà – Confcooperative.
Oggi, in un’intervista al portale Italia Cooperativa, ha ribadito la sua posizione esprimendo soddisfazione per l’inizio dell’iter legislativo sulla riforma del Codice dei contratti pubblici.

Si tratta di “un provvedimento importante – sostiene Guerini – di quelli che non appassionano i dibattiti politici da talk show, ma la cui portata è di gran lunga superiore alle attenzioni che i media vi dedicheranno”.
L’attuale normativa sugli appalti contiene diversi punti critici e di difficile interpretazione, che hanno permesso al malaffare di inquinare le gare e di perpetrare pratiche di corruzione.
La nuova legge dovrebbe, invece, agire all’insegna della semplificazione e di un maggiore equilibrio tra i parametri economici dell’offerta e quelli sociali.
La direttiva europea, in particolare, offre secondo Guerini diversi spunti interessanti; il primo riguarda la possibilità di far competere non solo le grandi imprese, ma anche le piccole cooperative sociali: «Ci sono anche le condizioni  per fare in modo che il mercato pubblico possa valorizzare anche le diverse forme d’impresa, le grandi aggregazioni e le PMI, le imprese sociali e quelle artigiane – aggiunge Guerini – correggendo una deriva che per anni, in nome di una concorrenza ritagliata a misura di un solo modello imprenditoriale, ha premiato il gigantismo e i grandi gruppi, emarginando dal mercato degli appalti PMI, imprese artigiane, piccole e medie cooperative. Ora saprà possibile individuare regole per le gare che consentano anche a queste imprese di competere con precondizioni adeguate».

Un altro elemento innovativo della direttiva è l’inserimento di clausole sociali ed ambientali che rendono il parametro economico meno dirimente rispetto al passato: «Una speciale forma di clausola sociale – conclude Guerini – è quella prevista dall’articolo 20 della direttiva europea, che consente di fare gare riservate alle imprese che realizzano inserimento lavorativo di persone svantaggiate nella misura del 30% degli occupati. Ci auspichiamo che nei decreti attuativi questa novità venga implementata, per aprire nuove strade di sviluppo economico abbinato all’inclusione sociale».

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