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Altri problemi per il Tfr in busta paga: probabile rinvio ad Aprile

20 Marzo 20153 min read

Continua l’odissea del Tfr anticipato in busta paga. Nei giorni scorsi vi abbiamo riportato dello scarso successo che sta avendo lo strumento fiscale inserito nella Legge di Stabilità.
Sono pochi, infatti, i lavoratori che hanno chiesto la liquidazione anticipata del Trattamento di Fine Rapporto.
Molti dipendenti delle aziende private si sono chiesti: conviene davvero? Dopo essersi consultati con i sindacati, commercialisti e consulenti di lavoro hanno convenuto che sarebbe stato meglio lasciar perdere.
Il motivo? La tassazione svantaggiosa. Il Tfr anticipato non è sottoposto ad un regime fiscale speciale, come avviene quando viene la liquidazione viene erogata alla fine del rapporto lavorativo.
Ciò comporta più liquidità nel breve periodo, ma una perdita cospicua di risorse che spetterebbero di diritto ai lavoratori. Ecco spiegato il perché siano pervenute poche richieste alle aziende.

DENAROMa c’è di più. Anche se i lavoratori avessero chiesto il Tfr anticipato in busta paga non avrebbero potuto ottenerlo, almeno per il mese di marzo.
A dichiararlo è  l’Osservatorio della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro. Ci sono stati, infatti, notevoli ritardi nella pubblicazione del decreto attuativo in Gazzetta Ufficiale.
Pubblicazione arrivata solamente nella giornata di ieri; tra l’altro manca ancora la convenzione con l’Abi, che consentirà alle aziende sotto i 50 dipendenti di accedere a finanziamenti agevolati per versare la liquidazione anticipata del trattamento di fine rapporto.
Tutti questi ritardi faranno slittare l’operatività del Tfr anticipato, prevista inizialmente per l’1° Marzo, al mese di aprile.
Come spiega la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro in una nota: “In questi giorni si stanno completando le operazioni di elaborazione delle buste paga dei dipendenti delle medie-grandi aziende, che pagano le retribuzioni entro il giorno 27 del mese. Si tratta del 60% circa dei rapporti di lavoro del settore privato. E nella prossima settimana cominceranno le elaborazioni che riguardano le micro-piccole aziende. Insomma, il processo mensile che porta alla gestione della busta paga si è messo in moto e non ci sono più spazi di recupero, perlomeno per il mese di marzo”.

Si tratta in via definitiva dell’ennesima inadempienza dell’apparato amministrativo italiano, come avvenuto in parte anche per il precompilato Isee. Tempi ristretti e cittadini che rischiano di non poter esercitare diritti sacrosanti.
Il ritardo, in questo caso, ha i contorni del grottesco se pensiamo che la Legge di Stabilità, nella quale è presente la misura sul Tfr, è entrata in vigore il 1° gennaio.
Tre mesi di rinvii paiono eccessivi e la Commissione europea intanto ci osserva…

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