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Agroalimentare: i numeri da record delle cooperative

28 Gennaio 20163 min read

La cooperazione agricola resiste all’impatto negativo della crisi.
Potrebbe essere questo il sunto estremo del rapporto presentato oggi a Roma dall’Osservatorio della cooperazione agricola italiana, istituito dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e sostenuto dalle quattro organizzazioni di rappresentanza delle cooperative dell’agroalimentare (Agci-Agrital, Fedagri Confcooperative, Legacoop Agroalimentare ed Unicoop).

C’è un dato che più di qualsiasi altro spiega il rendimento delle coop nel periodo di crisi dell’economia mondiale: il fatturato del settore è cresciuto del 9% tra il 2011 ed il 2013. Quello dell’industria agroalimentare italiana è aumentato solo del 5%.
cooperative vinoLa cooperazione agricola mostra, dunque, una crescita quasi doppia rispetto a quella del comparto dell’industria agroalimentare. È l’ennesima dimostrazione di come il modello cooperativo possieda gli strumenti per resistere alle fluttuazioni dell’economia, mantenendo inalterati i livelli di occupazione e costante il valore della produzione.

Nel 2013 il fatturato annuo della cooperazione agroalimentare è di 36,1 miliardi di euro, grazie all’attività di 5.024 imprese collettive associate, 92mila addetti e 815.898 soci. Non è un caso che l’Italia si trovi al primo posto in Europa per numero di coop agricole (27% del totale) e al terzo per fatturato.
Numeri di un certo peso, raggiunti per via di strategie di branding e di internazionalizzazione che hanno portato le imprese cooperative a vendere i propri prodotti in Europa ed Oltreoceano.
Non si tratta, però, di un punto di arrivo.
I margini di miglioramento, infatti, sono enormi. Lo sottolinea anche Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative agroalimentari.
Ci sono quattro regioni, Trentino Alto Adige, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che costituiscono il 75% del fatturato complessivo della cooperazione agroalimentare.
È necessaria, dunque, una maggiore integrazione ed aggregazione tra le coop del Nord e quelle del Centro e del Sud: «I dati evidenziati dall’Osservatorio – ha detto Mercuri – se da una parte sono importanti e confermano il sistema vincente della nostra cooperazione, dall’altra indicano che ci sono ampi margini di miglioramento. È vero infatti che non possiamo ancora parlare di modello italiano della cooperazione se prima non omogeneizziamo, anche in termini di valore prodotto, il sistema associativo su tutto il territorio nazionale e se non proseguiamo nel processo di aggregazione e potenziamento delle nostre cooperative. In questo modo i nostri prodotti – ha concluso il presidente dell’Alleanza – potranno contare di più sui mercati internazionali, che costituiscono il futuro sempre più prossimo per le nostre organizzazioni»

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