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Agricoltura: la Legge di Stabilità 2016 punto per punto

11 Gennaio 20163 min read

Il ministro Martina l’ha definita come la Legge di Stabilità più agricola degli ultimi anni grazie ad un budget che è stato stimato attorno agli 800 milioni e ad una riduzione delle imposte di circa il 25%.

Un investimento corposo nel settore agricolo era auspicabile e doveroso anche perché arriva in un momento particolare per il settore. Ci sono alcuni comparti, come quello lattiero caseario e zootecnico che stanno vivendo un periodo di crisi quasi epocale, culminato qualche mese fa con la cosiddetta “guerra del latte”, un’aspra protesta portata avanti dai produttori contro la multinazionale Lactcalis ed in generale contro le industrie di trasformazione lattiero casearie.
Ma il mondo agricolo, in questo momento storico, offre anche svariate opportunità di investimento. Expo ha contribuito a rinvigorire l’immagine del Made in Italy agroalimentare ed i giovani sono sempre più interessati a sviluppare imprese in questo settore.

La Legge di Stabilità 2016 è intervenuta, provando ad abbattere la tassazione, a favorire nuovi investimenti e a creare lavoro. Vediamo nel dettaglio quali sono i principali provvedimenti:

  • abolizione dell’Imu sui terreni agricoli e dell’Irap agricola per un valore di 600 milioni di euro;
  • aumento compensazione Iva per i produttori di latte fresco (dall’8,8% al 10%); il provvedimento vale 32 milioni di euro e permetterà ai produttori di guadagnare 0,5 centesimi in più al litro;
  • aumento compensazione Iva per le carni bovine (si passa al 7,7%) e suine (8%) per un totale di 20 milioni di euro investiti;
  • 5 milioni di euro per il settore bieticolo saccarifero per i prossimi cinque anni;
  • 140 milioni di euro in due anni per il Fondo assicurativo contro le calamità naturali;
  • 18 milioni per la cassa integrazione nel settore della pesca;
  • rinnovo del parco delle macchine agricole attraverso un investimento di 45 milioni di euro che servirà a finanziare l’acquisto o il noleggio con patto di acquisto di trattori e macchinari agricoli;
  • credito d’imposta per le imprese del Mezzogiorno che investono in tecnologia e strumenti innovativi;
  • razionalizzazione degli enti agricoli attraverso l’accorpamento dell’Istituto sviluppo agroalimentare (Isa) e la società gestione fondi per l’agroalimentare (Sgfa) all’interno di Ismea;
  • incentivi alle assunzioni (per gli addetti a tempo determinato, questi ultimi devono avere svolto almeno 250 giornate lavorative);
  • tassazione agevolata per chi genera reddito attraverso la produzione e la vendita di energia derivante da fonti rinnovabili.

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