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Abi-sindacati firmano il nuovo contratto: aumento salariale e misure occupazionali per i bancari

1 Aprile 20152 min read

Dopo giorni di trattative, polemiche e scioperi attivati, finalmente Abi ed i sindacati hanno trovato un accordo sul nuovo contratto che scadrà il 31 dicembre 2018.
L’intesa è arrivata nella notte, scongiurando così la disapplicazione del contratto che avrebbe lasciato senza garanzie più di 300.000 dipendenti del settore bancario.
Prima di diventare operativo, però, l’accordo dovrà essere ratificato dall’esecutivo di Abi e dalle assemblee sindacali. Ma vediamo nel dettaglio quali sono i contenuti dell’accordo.

17112014Come primo aspetto viene disciplinato un aumento salariale corrispondente a 85 euro da ripartire in tre anni, adeguando così lo stipendio all’inflazione. La prima tranche sarà ad ottobre 2016 (25 euro lordi); la seconda ad ottobre 2017 (30 euro); terza ad ottobre 2018 (30 euro).
Il salario, però, non era l’unico elemento oggetto di discussione tra le parti. Il settore bancario sta attraversando, infatti, un momento di crisi che porterà a delle profonde ristrutturazioni con possibili licenziamenti.
La riforma delle Popolari, disciplinato dal Governo nell’Investment Compact. è solo uno dei tanti cambiamenti profondi che interesseranno il sistema finanziario italiano nei prossimi anni.
Per questo motivo Abi e sindacati hanno inserito nel nuovo contratto una serie di misure occupazionali che hanno spinto molti a definire l’accordo come un “contratto dall’anima sociale”.

È stato aumentato, ad esempio, dell’8% il salario dei neo-assunti. Allo stato attuale lo stipendio dei nuovi dipendenti è del 18% più basso rispetto ai minimi contrattuali: con il nuovo contratto sarà inferiore solamente del 10%.
L’aspetto più importante, però, riguarda le misure occupazionali per chi perde il lavoro. Viene potenziato il Foc, fondo d’occupazione, il quale non si limiterà ai aiutare i neo-assunti ma anche, chi verrà licenziato.
Attraverso di esso verranno finanziati, infatti, specifici percorsi di riqualificazione del personale che ha perso il lavoro, incentivando anche il reinserimento all’interno dello stesso settore bancario.
Questi strumenti permetteranno alle banche di intraprendere il percorso di ristrutturazione con maggiore tranquillità, senza avere il veto pressante dei sindacati e l’incombenza di nuovo contratto da firmare.

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