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A Bergamo il primo Bio distretto dell’agricoltura sociale

3 Novembre 20162 min read

È possibile coniugare il rapporto con il territorio con la sostenibilità e la solidarietà? A Bergamo hanno dimostrato che si può fare dando vita al primo Bio distretto dell’agricoltura sociale in Italia. 

L’iniziativa verrà presentata ufficialmente il 12 novembre, a Bergamo, nel corso del convegno “Coltivare la sapienza”, che vedrà, tra gli altri, anche la partecipazione del Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina.
Sono circa venti le aziende e le cooperative che formeranno il nuovo gruppo. Verranno coltivati principalmente ortaggi e frutta biologici, dando la possibilità ai soggetti agroalimentare mezzogiornosvantaggiati (disabili, ex detenuti, disoccupati) di lavorare nei campi. Già da diverso tempo, attraverso Orobe bio (coordinamento tra aziende e cooperative sociali biologiche), era partito in Lombardia un progetto di filiera corta a carattere spiccatamente sociale.
Tra gli elementi interessanti del progetto c’è ad esempio la possibilità per i consumatori di praticare la raccolta diretta, sentendosi così parte integrante del processo produttivo. Il Bio distretto, inoltre, non sarà solamente un’organizzazione che unisce alcuni produttori locali.
La sua dimensione territoriale si estenderà ad altri soggetti della comunità locale, come istituzioni, enti non profit e scuole. L’obiettivo, quindi, è rivitalizzare un intero territorio attraverso la cooperazione. Si cercherà anche di recuperare alcune aree rurali incolte per sviluppare startup a conduzione giovanile.

Si tratta, in via definitiva, di un’iniziativa che spossa tutti i principi cooperativi: qualità, sostenibilità, innovazione, territorialità, solidarietà e aggregazione. È sicuramente difficile mettere insieme realtà spesso diverse tra di loro e creare un circolo collaborativo così trasversale. A Bergamo le associazioni di produttori biologici lavorano insieme già da qualche anno: creare un bio distretto dell’agricoltura sociale è stato per loro uno sviluppo quasi scontato. Difficilmente potrà accadere lo stesso per altre realtà.
Il modello di sviluppo, però, basato su aggregazione e sulla rigenerazione della comunità può fungere da esempio per altri territori.

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