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5 per mille: chi sono i veri beneficiari e chi li controlla?

17 Maggio 20163 min read

Qualche giorno fa l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato l‘elenco dei beneficiari del 5 per mille per l’anno 2014. 

L’ organizzazione che riceverà più risorse è Emergency, alla quale verrà destinata una cifra complessiva di 14 milioni di euro, seguita da Medici Senza Frontiere e dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc).
Anche quest’anno i contribuenti potranno decidere a quale organizzazione di volontariato e associazione sportiva 5-per-mille-volontariatodilettantistica assegnare il 5 per mille del proprio Irpef.
Nelle ultime ore, però, in seguito ad un articolo del quotidiano La Stampa è scoppiata la polemica tra le organizzazioni di rappresentanza del Terzo Settore sui beneficiari del 5 per mille.
Tra i soggetti destinatari delle risorse, oltre a migliaia di enti non profit, ci sono anche la Fondazioni e circoli che non svolgono di certo “attività socialmente rilevanti” come la Fondazione italiana del notariato, il Reale Circolo Canottieri di Roma ed il Circolo Nautico di Posillipo.

Come denuncia il presidente di Federsolidarietà-Confcooperative, Giuseppe Guerini, il problema nasce dall’estrema facilità con la quale è possibile iscrivere gli enti all’elenco dell’Agenzia delle Entrate: “Si è verificata un’anomalia negli anni – ha dichiarato a La Stampa Guerini -. All’Agenzia delle entrate la procedura per l’iscrizione all’elenco delle onlus è semplice e immediata. E così nella lista è entrato di tutto”.
Accade allo stesso tempo che a beneficiare delle risorse del 5 per mille siano soprattutto le organizzazioni più grandi, quelle cioè che investono di più in pubblicità, indicando in Tv, in rete o nei cartelloni pubblicitari esposti nelle città il proprio codice fiscale per ricevere la donazione.
Proprio la necessità di scrivere il codice fiscale del beneficiario rappresenta il principale ostacolo per gli enti non profit di piccola dimensione. Spesso il contribuente, non conoscendo il codice fiscale delle onlus, decide di destinare il 5 per mille ad un settore specifico.

In questo caso le risorse vengono ripartite in proporzione al numero di adesioni ricevute, quindi, ancora una volta, a trarre beneficio sono le organizzazioni più conosciute come Emergency o Medici Senza Frontiere.
La riforma del Terzo Settore dovrebbe intervenire istituendo il Registro Nazionale unico delle imprese non profit che stabilisce dei requisiti ben precisi per essere considerati imprese sociali e porre rimedio al fenomeno delle organizzazione che partecipano al riparto del 5 per mille senza svolgere attività socialmente rilevanti.
Non viene istituito, però, un ente che effettui i relativi controlli: “ È positivo che la riforma del terzo settore – conclude Guerini – che sarà votata a fine mese istituisca finalmente un albo unico nazionale, monitorato e sorvegliato. Il problema però è chi dovrà fare i controlli visto che l’agenzia presieduta dall’economista Stefano Zamagni è stata eliminata dal governo Monti. Pur avendo poche risorse e poteri limitati, quell’agenzia era comunque utile a scoprire chi si era ingiustificatamente iscritto all’elenco dell’agenzia delle entrate per beneficiare del 5 per mille”.

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